L’involontaria perdita di urina è un fenomeno molto diffuso nella popolazione femminile. In Italia questo disturbo colpisce all’incirca 1 donna su 5 attorno ai 50 anni, ma si ritiene che le stime possano essere addirittura superiori.

L’incontinenza, infatti, è ancora oggi un argomento tabù, che causa disagio nel confrontarsi con gli altri. Chiedere aiuto, però, è il primo passo per inquadrare il problema, che con la giusta terapia può essere eliminato o arginato.

Dai farmaci alla chirurgia: i trattamenti per curare l’incontinenza


Gli episodi di incontinenza possono incidere significativamente sulla sfera privata delle donne, soprattutto alla luce di un’aspettativa di vita molto elevata e di una vita sociale oggi piuttosto attiva.

Difatti, nonostante siano spesso associate a pazienti in età avanzata, le involontarie perdite di urina possono interessare anche le donne più giovani, spesso soggette a incontinenza per effetto di diabete, parto, menopausa ed episodi di cistiti persistenti.

Una corretta diagnosi da parte di uno specialista può aiutare a trovare il percorso terapeutico più adatto e a valutare se esistano i presupposti per un approccio chirurgico, farmacologico, ambulatoriale o di rinforzo. Se in alcuni casi, infatti, per trattare l’incontinenza basta una terapia con esercizi pelvici mirati, in altri potrebbe servire un trattamento farmacologico, soprattutto quando la minzione involontaria si verifica per effetto di infezioni o carenze ormonali.  

In particolare, le due forme di incontinenza risolvibili con una cura farmacologica sono l’incontinenza da stress, che si verifica in concomitanza di una risata o un improvviso scoppio di tosse, e l’incontinenza da urgenza, che non permette di trattenere lo stimolo per un periodo sufficiente a raggiungere il bagno. Discorso diverso per l’incontinenza da rigurgito e l’incontinenza urinaria funzionale, la prima dovuta alla difficoltà a svuotare la vescica, la seconda a disabilità fisica o cognitiva.

Come riportato anche nella guida proposta da Bibulo.it, tra i farmaci più comuni per l’incontinenza urinaria femminile è possibile annoverare gli antimuscarinici o anticolinergici-antispastici, che rilassano il detrusore vescicale, evitando l’incontrollata contrazione del muscolo, e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che, se associati all’esercizio pelvico, possono trattare l’incontinenza da sforzo anche grave. Meno frequenti sono invece gli antidepressivi triciclici, oggi adoperati assai di rado per i loro effetti collaterali.

Naturalmente, la scelta del farmaco spetta allo specialista che, in funzione dell’eziologia dell’incontinenza e della sua gravità, stabilisce il principio attivo più adatto al paziente. I farmaci possono essere associati ad altri trattamenti, per massimizzare l’effetto delle terapie.

Incontinenza: le soluzioni per tenere sotto controllo il problema


In concomitanza con la cura prescritta dallo specialista, per contrastare efficacemente gli episodi di incontinenza, è necessario adottare un corretto stile di vita, optando per una sana alimentazione e per la rinuncia a tutte quelle bevande che possono rendere la vescica iperattiva.

Naturalmente, è necessario limitare l’utilizzo di alcol e bandire fumo, evitando l’utilizzo di spezie in presenza di problemi di cistite, mentre è possibile integrare nella dieta appositi rimedi naturali con azione di contrasto alla vescica iperattiva.

Per ridurre i disagi causati dall’incontinenza si possono invece adoperare degli ausili assorbenti di protezione: prodotti specificamente pensati per l’incontinenza femminile e per contenere ogni genere di fuoriuscita.

Tra le soluzioni ideali per le piccole perdite quotidiane ci sono i classici assorbenti per incontinenza, i pannoloni rettangolari, ma soprattutto gli innovativi pants mutandina che assorbono con discrezione, grazie a una vestibilità paragonabile a quella della normale biancheria. 

Per incontinenze severe o per pazienti allettati, è necessario ricorrere invece a pannoloni con adesivi o a cintura, che proteggono dalle fuoriuscite grazie a un livello di assorbenza superiore.

In definitiva, dalle terapie ai supporti, passando per l’alimentazione, i problemi di incontinenza possono essere trattati efficacemente, a patto di superare quella reticenza nel chiedere aiuto che troppo spesso sopraggiunge con questa particolare patologia.