Emozione, qualche errore e poi esce fuori il vero Jannik Sinner: gli Australian Open hanno un nuovo vincitore e porta il nome dell’altoatesino che in finale ha battuto Daniil Medvedev per 3-2 (3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3). Una gara fatta di inseguimenti perché all’inizio le gambe sono tremate e come all’azzurro che è andato in svantaggio di due set. Ha capito le dinamiche, preso le misure del campo e soprattutto realizzato che il russo non avrebbe potuto reggere un match lungo. Troppa la differenza di ore giocate in campo, visto che che Medvedev veniva da una vittoria in rimonta in 5 set contro Zverev in semifinale e l’ha pagata tutta. L’Italia ora si gode il suo campione che alla prima finale slam realizza una rimonta da cineteca e si porta a casa il trofeo. Il fenomeno sportivo azzurro si chiama Jannik Sinner.

Australian Open, Sinner è il nuovo re, Medvedev battuto 3-2!

Crediti foto: ATP Tour | Facebook

Medvedev parte fortissimo perché sa bene che la benzina in corpo potrebbe giocargli un brutto scherzo e i primi due set ne sono la perfetta rappresentazione. Sinner appare quasi intimorito, come è normale che sia, e le emozioni della prima finale di uno slam le sente tutte. Enormi difficoltà nel mettere dentro le prime, risposte imprecise e talvolta le scelte appaiono proprio sbagliate. Che l’altoatesino sia in difficoltà lo dimostra anche il fatto che si rivolge continuamente alla propria panchina “cosa devo fare?”. Dall’altro lato c’è il russo che ne approfitta eccome: ha una percentuale di prime mostruosa, prende le misure con gli ace e soprattutto ha un rovescio inarrestabile. Pecca però sul diritto, anche se inizialmente Jannik non riesce ad approfittarne. Il primo set anzi lo regala proprio al russo che lo chiude sul 6-3. Risultato identico per il secondo ma con l’azzurro che si dimostra più in palla e infatti anche gli scambi cominciano ad allungarsi.

Nel terzo invece Medvedev comincia a fare fatica, Sinner trova le misure giuste e riesce a strappare i primi break, soprattutto però riesce a venire a capo degli scambi lunghi e comincia a buttare dentro anche lui diversi ace. Comincia la rimonta con il terzo set che si chiude con il 6-4 per l’altoatesino, emulato poi dal quarto ancora con un 6-4. A quel punto Medvedev comincia a rivivere i fantasmi della finale di due anni fa, quella persa in rimonta contro Nadal. Prova ad alzare nuovamente i ritmi. Anche l’altoatesino però comincia a capire che l’inerzia potrebbe invece essere dalla sua parte. Come nei due precedenti set, continua il testa a testa tra i due nei primi cinque game (3-2 Sinner), senza che nessuno dei due riesca a strappare la battuta all’altro. Poi il russo patisce la stanchezza e comincia a crollare e Jannik si porta sul 4-2. Da lì la strada sembra essere in discesa, Medvedev raccoglie le ultime energie ma il punto del 40-15 del del settimo game è l’emblema della carica emotiva e fisica dell’azzurro. Si prende il 5-2, Medvedev prova la reazione e accorcia sul 5-3, ma non c’é più storia. Al primo match point utile Sinner chiude l’incontro e si prende un trionfo storico. É lui il futuro re del tennis.

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