La Resistenza Islamica in Iraq (Al-Muqawama al-Islamiyah fi al-Iraq) è un ‘brand’ nato nell’ottobre 2023 – effetto collaterale della guerra di Gaza – che non si riferisce a un gruppo specifico, piuttosto alle operazioni dei movimenti armati sostenuti dall’Iran in Iraq. Una sorta di operazione di marketing che, da un lato, ha l’obiettivo di evidenziare l’unità di queste milizie filo-sciite, dall’altro di cercare di metterle al riparo da eventuali rappresaglie.
Resistenza islamica in Iraq, il nuovo brand anti-Usa legato ai pasdaran
Questa organizzazione ‘ombrello’ ha rivendicato l’attacco di ieri alla Tower 22, in territorio giordano, in cui sono stati uccisi tre soldati americani e decine sono rimasti feriti. Come riferisce il think tank Washington Institute, la Resistenza islamica (Iri l’acronimo in inglese) si caratterizza per lo svolgimento di operazioni militari cinetiche, sia nazionali che transnazionali, contro obiettivi americani in Iraq e Siria. Il ‘target’ deriva dalla volontà di colpire gli Stati Uniti per il loro sostegno all’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza. Il primo attacco rivendicato dalle milizie irachene Al-Muqawama risale al 17 ottobre scorso, quando alcuni droni Qasef-2 K colpirono la base aerea di Harir nel Kurdistan iracheno. Questo attacco venne inizialmente rivendicato da Tashkil al-Waritheen, ma subito dopo il ‘brand’ Resistenza Islamica dell’Iraq chiese di cambiare la rivendicazione. Dal 30 ottobre si sono contati circa altri 20 attacchi contro le forze statunitensi in Iraq e Siria. La nascita di questa organizzazione ‘ombrello’ fortemente ispirata dalla Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran, spiega il think tank, consente alle milizie di lanciare attacchi sotto una sigla generica e di trarre vantaggio dal nascondere quali specifici gruppi attacchino obiettivi statunitensi.
L’uso di questo nuovo logo, dunque, è nel solco della strategia che Iran ed i suoi ‘proxy’ utilizzano dal 2019 per non assumersi la responsabilità degli attacchi contro gli americani. Stando al Washington Institute, il gruppo di elite dei pasdaran svolge un ruolo di coordinamento delle fazioni della Resistenza islamica in Iraq. Sotto l’ala ‘protettiva’ del marchio operano gruppi come Harakat Hezbollah al-Nujaba, che il 30 ottobre ha annunciato pubblicamente la sua affiliazione all’Iri con un video in cui si mostrano attacchi di droni originariamente pubblicati sul canale Telegram (Elam al-Harbi) dell’organizzazione ‘ombrello’. E’ molto probabile, sottolinea il think tank, che anche gruppi come Kataib Hezbollah, Asaib Ahl al-Haq e Kataib Sayyid al-Shuhada ne facciano parte.