Dopo settimane di difficili negoziati tra dem e repubblicani, al Senato è stato raggiunto l’accordo che sbloccherebbe i 60 miliardi di aiuti destinati all’Ucraina. L’intesa prevede misure più severe sul confine con il Messico per cercare di rallentare il flusso di migranti. Un accordo che il presidente Joe Biden ha lodato, sottolineando che contiene “le riforme più severe e giuste della politica del confine degli ultimi decenni che sostengo con vigore”. Nonostante il testo recepisca misure che i repubblicani chiedono da tempo – regole più severe per la concessione dell’asilo, la fine della pratica di “catch and release” che prevede il rilascio degli irregolari fermati al confine e la possibilità di chiudere i valichi di confine più usati quando si è raggiunto un limite degli ingressi – la leadership della Camera ha già annunciato che non intende mettere ai voti il testo se sarà approvato al Senato.  Lo Speaker Mike Johnson ha criticato il numero eccessivo di ingressi quotidiani, 5mila secondo il repubblicani, punto che i negoziatori affermano non corrispondere al vero, ed altre misure sull’asilo. Ma la realtà è che sulla maggioranza repubblicana alla Camera ha molta più influenza Donald Trump, che non vuole assolutamente che Biden firmi riforme più severe sul confine per continuare a poterlo attaccare sulla questione dell’immigrazione durante la campagna elettorale. Tanto che i repubblicani della Camera hanno annunciato che nei prossimi giorni metteranno ai voti una misura per approvare solo i 14 miliardi destinati ad Israele, senza neanche i fondi per l’Ucraina, altra questione controversa per lo Speaker della Camera. Mentre invece nell’accordo dei repubblicani vi è l’intero pacchetto, in totale 118 miliardi, con i fondi per Ucraina, Israele, altre priorità di politica estera, e 20 miliardi per il confine.  James Lankford, uno dei senatori repubblicani che hanno negoziato il testo, definisce l’accordo “un’opportunità unica in una generazione di chiudere il nostro confine aperto e dare alle future amministrazioni gli strumenti effettivi di cui hanno bisogno per mettere fine al caos sul confine e proteggere la nostra nazione”. Il leader della maggioranza democratica, Chuck Schumer, ha detto che metterà ai voti la misura già questa settimana.  Un voto che metterà quindi, il leader della minoranza repubblicana, Mitch McConnell, che sostiene l’accordo, di fronte alla sua più difficile e diretta sfida a Trump, con cui non ha mai avuto un rapporto idilliaco. Perché dovrà convincere un numero sufficiente dei 49 senatori repubblicani a sostenere la legge che l’ex presidente, e ormai quasi candidato in pectore alla Casa Bianca, vuole a tutti i costi affossare. Mentre i senatori filotrumpiani hanno già cominciato a scagliarsi contro la misure “che nessun senatore che si rispetti potrebbe approvare”, come ha dichiarato Mike Lee, si stima che al momento sono tra 12 e 20 i senatori repubblicani disposti a sostenere la misura, che ha bisogno del voto di almeno 60 senatori per poter procedere verso il voto finale, a maggioranza, in aula al Senato.

Fonte: Adnkronos