La politica ha perso di nuovo: far passare alla Camera la nuova legge elettorale con il voto di fiducia sottolinea l’ennesimo insuccesso dei partiti e di questo governo

Si parte oggi con i voti di fiducia imposti dal governo per l’approvazione alla Camera del Rosatellum bis.

Tre articoli sono stati blindati dal voto di fiducia per evitare che eventuali franchi tiratori possano ridurre al niente di fatto anche la nuova proposta di legge elettorale.
Oggi i deputati voteranno per i primi due, domani per il terzo e il voto finale.

Una scelta alquanto bizzarra quella di sottoporre il Rosatellum al voto di fiducia. Sembrava, infatti, che ci fosse ampio consenso attorno alla proposta di legge, soprattutto da parte dei partiti più influenti, escluso il M5S. La paura di un nuovo insuccesso ha invece prevalso.

Un ricatto in piena regola se si pensa che lo strumento del voto di fiducia è previsto nel nostro sistema come extrema ratio.
Che motivo c’era di imporre la fiducia in un momento come questo, al termine della legislatura, su una legge dalla quale dipenderà il futuro del paese e che, pertanto, dovrebbe essere il più condivisa possibile?

E’ vero che la paura dell’ennesimo affossamento della legge elettorale è ancora fresco e il rischio di andare alle elezioni con l’attuale sistema deve essere scongiurato ma, un governo che va avanti a colpi di fiducia sulle leggi più importanti parla da s’è. 

La decisione di imporre il voto di fiducia sulla legge elettorale ha destato l’ira di più di un esponente politico, soprattutto del Movimento 5 Stelle che considera il Rosatellum bis diretto a danneggiare proprio il movimento.

«La fiducia sulla legge elettorale è un atto eversivo. Solo Mussolini aveva fatto cose simili» – ha denunciato Alessandro Di Battista su Radio Capital, invitando a partecipare alla manifestazione di oggi alle 13 in Piazza Montecitorio.
«La democrazia oggi è in pericolo, è a rischio. Il Parlamento viene composto dai rappresentanti del popolo. Con questa legge sarà composto da rappresentanti dei partiti – ha continuato Di Battista  […] Mattarella ci pensi cento volte prima di firmare questa legge».

Di diverso avviso Matteo Salvini (Lega) che pur chiamandosi fuori dal voto di fiducia ha detto che parteciperà al voto finale. Stessa cosa Forza Italia.
La volontà di entrambi i parti è infatti quella di arrivare comunque ad un’approvazione rapida della legge elettorale, a qualsiasi costo, anche con il voto di fiducia.

Intento condivisibile se si pensa che le prossime elezioni sono ormai alle porte. Bisogna però sottolineare che lo stesso risultato poteva essere probabilmente raggiunto con una migliore attività politica e un maggiore impegno nel tessere accordi.
A cosa serve, altrimenti, la politica se non a mediare tra idee e interessi diversi?

C’era forse il tempo e la possibilità per lavorare meglio, per acquisire maggior supporto da parte di tutta la Camera ed approvare regolarmene e senza ricatti un progetto così importante.

Il responso, qualunque esso sia, lo avremo entro poche ore, al massimo domani.

#MetropolitanMagazine

Di Lorenzo Maria Lucarelli