Mondofutbol vuole essere una finestra sul calcio di tutto il globo, una rubrica che fonde la passione per il futbol e le sue infinite sfaccettature. Una panoramica alternativa e suggestiva sullo sport che emoziona e ruba l’anima ad ogni latitudine, travalicando ogni sorta di confine.

PANAMA VAL BENE UN MONDIALE

Il nostro viaggio inizia dalle qualificazioni mondiali per Russia 2018. Panama-Costa Rica, Honduras-Messico e Trinidad and Tobago-Usa sono le sfide dell’ultimo turno dell’esagonale della CONCACAF: States e Panama sono padroni del padroni del proprio destino, Honduras, collegato ai risultati delle rivali e alla imprescindibile vittoria contro il Messico. Insomma: vincere e pregare. Pregare e vincere.

A Port Of Spain va in scena il suicidio collettivo della squadra di Bruce Arena, sotto 2-0 nella prima frazione per effetto di uno sciagurato autogoal di Gonzalez e l’eurogoal di Jones; nella ripresa,  l’iniziale rete della stellina Pulisic illude la squadra americana, incapace nel finale con Dempsey e Altidore di trovare il punticino che le bastava per garantirsi almeno lo spareggio.

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Ma il vero dramma, si consuma all'”Estadio Rommel Fernandez” di Panama, dove – in modo incredibile – i locali vanno prima sotto contro la qualificata Costa Rica, poi recuperano con un goal fantasma di  Gabriel Torres (visto solo dall’arbitro salvadoregno Meija) e ad una manciata di minuti dal termine – grazie alla velocità di Ramon Torres – sfrutta al meglio le maglie larghissime de “Los Ticos”  e manda in visibilio un intero popolo.

La rimonta dell’Honduras sul Messico fa il resto. La migliore generazione a stelle e strisce della storiasaluta la Russia, tra i rimpianti e le macerie materiali e morali dell’abbandono di Arena (al suo secondo ciclo con la selezione). Non accadeva dal 1990. A Panama il decreto presidenziale dichiara l’11 ottobre festa nazionale. Hernan Gomez, l’uomo dei miracoli, entra nella leggenda del calcio panamense, firmando l’ennesima incredibile storia di futbol.

NIENTE DONNE SIAMO VENEZUELANI

Il calcio è cambiato, questi espedienti andavano bene 30 anni fa, ma ormai non funzionano più“. Musica e parole di Rafael Dudamel, allenatore del Venezuela protagonista prima con l’under 20 (finale mondiale persa con l’Inghilterra) e da poco anche con la nazionale maggiore della Vino Tinto, imbattuta contro Colombia, Argentina, Uruguay e capace di estromettere il Paraguay con il successo di Asuncìon.

Il motivo? Le attenzioni rivolte da qualcuno non ancora identificato, ma riconducibile alla federazione guaranì, che ha deciso di riempire l’albergo del Venezuela con ragazze procaci e di facili costumi nelle ore antecedenti la decisiva sfida del “Denfensores del Chaco”. “E le hanno scelte anche con criterio – ha sentenziato con tagliente ironia  l’allenatore venezuelano.

IL BISCOTTO INDIGESTO ALLA “ROJA”

Ultimi palpitanti secondi di gioco di Perù-Colombia e Brasile-Cile. La squadra di Pizzi perde 2-0 contro Neymar e soci e necessita almeno di un goal per guadagnarsi lo spareggio, superando la differenza reti del Perù. A Lima i padroni di casa e la Colombia impattano 1-1 e, quando Falcao si avvicina a Tapia e lo invita a a chiedere lumi sulla partita di San Paolo. La “Selecao” ha segnato la terza rete e spento definitivamente i sogni di gloria, legati – da quel preciso istante – a un goal o di Perù o Colombia.

La “charla” a questo punto si allarga a tutti i componenti delle due squadre, mentre Guerrero – rassicurato dal suo tecnico – lascia via libero per la melina finale. Il Bicampeon Cile resta fuori da Russia 2018, più per propri demeriti (clamoroso lo 0-3 interno con il Paraguay) e il reclamo effettuato contro la Bolivia (nella partita pareggiata 0-0 e poi vinta a tavolino) per via dell’impiego del paraguayano Cabrera, rivelatosi – alla fine della fiera – un clamoroso auto goal per effetto della sconfitta “cancellata” (per l’identico motivo burocratico verificatosi nel match precedente) al Perù nell’altura di La Paz.

Una beffa atroce e in pieno stile sudamericano.

Luciano Savarese