Gli Stati Uniti e Israele, in parallelo, si tirano fuori dall’Unesco. La decisione definitiva è inviata al 31 Dicembre 2018. In Italia, intanto, salgono a 53 i siti “Patrimonio dell’Umanità”.

“La scelta di uscire dall’Unesco non è stata presa con leggerezza e riflette le preoccupazioni americane per i crescenti arretrati da versare “all’Unesco, la necessita’ di riforme fondamentali dell’organizzazione e la prosecuzione del pregiudizio anti Israele all’Unesco” – riferisce il dipartimento di Stato americano.

La decisione definitiva entra in vigore il 31 Dicembre 2018 e lo Stato dichiara di voler diventare poi un osservatore permanente della missione per “contribuire alle visioni, prospettive e competenze americane su alcune delle importanti questioni affrontate dall’organizzazione inclusa la tutela del patrimonio dell’umanità’, la difesa della libertà di stampa e la promozione della collaborazione scientifica e dell’educazione”.

Di conseguenza il ministro Benyamin Netanyhau ha dato l’ordine di disporre l’uscita di Israele dall’organizzazione, in concomitanza con gli Usa.

Irina Bokova, direttrice generale dell’Organizzazione con sede a Parigi, dichiara di provare un forte senso di rammarico in seguito a questa decisine

“Una triste notizia”

Dichiara inoltre il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

Mentre viene definita dall’ex ministro degli esteri e negoziatore Capo israeliano, Tizpi Livni,
“Una decisione apprezzabile, oltre che un importante messaggio per il mondo!”.

In Italia situazione opposta: (con fierezza) Record di Patrimoni dell’Umanità.

“Siamo un autentica superpotenza di cultura e bellezza”– gongola il ministro degli esteri Angelino Alfano.

Nell’ultimo anno, i “gioielli” italiani ritenuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, sono aumentati, da 51 a 53.
Le new entry, annunciate dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, sono le opere difensive veneziane tra il XVI e il XVII secolo, premiando così i siti nel quale si trovano: La splendida città fortezza di Palmanova, Bergamo, con le sue alte mura e passaggi sotterranei e Peschiera del Garda, ex formidabile macchina da guerra. Il sito raccoglie un insieme straordinario dei più rappresentativi sistemi difensivi realizzati dalla Repubblica di Venezia, progettati dopo la scoperta della polvere da sparo e dislocati lungo lo Stato di Terra e lo Stato di Mare.  

La fortezza di Palmanova, durante la 41a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, in corso a Cracovia, è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO il 53° sito italiano, 9 Luglio 2017. ANSA/ US/ COMUNE DI PALMANOVA
(photo credit: Ansa.it)
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Altra new entry, le faggete secolari, un insieme di foreste primordiali di faggi, alberi dotati di forte flessibilità e ospitanti molteplici biodiversità. 

le maestose foreste primordiali di faggi
(photo credit: greenreport.it)

Luoghi dove si trovano le faggete:

Il cluster delle faggete vetuste del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ,che ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale di ben 560 anni.
La faggeta di Cozzo Ferrier, con alberi di 3-400 anni.
La Foresta Umbra con faggi fino a 350 anni in un ambiente a bassa quota, il Sasso Fratino, riserva di proprietà dello stato a cui è consentito l’accesso solo a guardiani e ricercatori.
Il Monte Cimino, in provincia di Viterbo, con alberi di altezze elevate che arrivano ai 200 anni. Infine il Monte Raschio, in provincia di Roma, che presenta un ambiente a bassa quota con forte fertilità dovuta a strati e laghi vulcanici.

Per la lista completa dei 53 Siti italiani, ritenuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, fate click qui.

È una ricchezza enorme, quella italiana, fatta di centri storici, parchi naturali, mare, montagna e siti archeologici. Una ricchezza che consente la proliferazione turistica ed economica.

“Un importante risultato – commenta il ministro Franceschini – Un’opera preziosa che consente al nostro Paese di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla Lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale nel contesto internazionale”,

confermando, così, il forte e pluriennale impegno dell’Italia nell’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale Unesco. 

di Martina Onorati