Gaza, si contano oltre 28 mila vittime da parte di IDF quindi si spera che gli USA aiutino a far cessare il massacro contro la popolazione di Palestina. Sarà possibile? Le speranze sono poche e Gaza sembra prossima alla sua completa eliminazione. Questo è sterminio.
Ghali dice “stop al genocidio” e Israele definisce quest’affermazione, proprio la sua, come “un attacco a Israele”. Ghali non li ha mai nominati, ma la parola “genocidio” li fa sentire evidentemente chiamati in causa. È il 127° giorno di guerra, ecco il bilancio:
- Israele conta 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre
- La Palestina conta oltre 28 mila le persone uccise a Gaza
Siamo sulla città del sud della Striscia, dove si sono rifugiati centinaia di migliaia di sfollati . Lì Israele prepara una operazione di terra, una raffica di bombe. Israele procede con i bombardamenti a tappeto in quello che ormai è un vero e proprio sterminio. Almeno 100 morti tra i civili di Palestina per mano dell’IDF. Qualcuno fermi Israele dal continuare col massacro! Intanto però gli USA hanno di meglio da fare, a quanto pare:
Dalla telefonata di Biden e Netanyahu:
«Progressi nei colloqui per liberare al più presto gli ostaggi»
Intanto Israele ha deciso di negare l’ingresso nel Paese a Francesca Albanese, inviata del consiglio dei diritti umani dell’Onu. La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata “alle sue oltraggiosi affermazioni che ‘le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all’oppressione israeliana’
Cessate il fuoco a Gaza, l’IDF uccide ancora, il ruolo degli USA:
Almeno 15 civili palestinesi, tra cui donne e bambini, sarebbero rimasti uccisi in un attacco aereo. L’attacco viene dall’aviazione israeliana contro una casa nella città di Deir al-Balah. Il tutto avviene nel centro della Striscia di Gaza. A riferirlo sono fonti sanitarie dell’ospedale locale, citate dall’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Tutti (o quasi) chiedono all’IDF di cessare lo sterminio a Gaza. A Dubai per il World Governments Summit 2024, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ripetuto l’appello al cessate il fuoco a Gaza. Ha detto anche che gli aiuti medici pervenuti nella Striscia sono, finora, «una goccia nell’oceano».
Ancora informazioni sulla liberazione di Fernando Simon Marman e Luis Har, i due ostaggi israeliani liberati nel raid a Rafah. Le forze israeliane hanno fatto irruzione in un edificio nel cuore di Rafah. I due uomini sono stati trovati al secondo piano mentre erano trattenuti in un appartamento da membri armati di Hamas. I due sono stati salvati dall’appartamento sotto il fuoco, dice il portavoce, poiché le forze dell’Idf
«hanno fornito loro protezione nell’area di Rafah finché non hanno raggiunto una zona sicura»
Il raid è stato effettuato la mattina presto alle 01:49 ora locale (poco prima cioè della nostra mezzanotte). I due erano stati rapiti dal kibbutz Nir Yitzhak da Hamas il 7 ottobre. Gli ostaggi sono stati liberati.
Guerra genocida da una parte, la liberazione degli ostaggi dall’altra:
Prima reazione da parte di Hamas al pesante bombardamento notturno israeliano su Rafah, la città a Sud della Striscia di Gaza dove sono rifugiati almeno 1,3 milioni di persone; bombardamento che, secondo fonti palestinesi, ha fatto una cinquantina di vittime. Il Movimento di Resistenza Islamica ha detto che è stata «il prosieguo della guerra di genocidio» in corso. Hamas ha anche sottolineato che l’amministrazione statunitense e il presidente Joe Biden hanno personalmente la piena responsabilità dell’accaduto perché hanno dato «la luce verde». Hamas ha invitato la Lega degli Stati Arabi, l’Organizzazione della Cooperazione Islamica e il Consiglio di Sicurezza ad agire con urgenza per fermare l’aggressione.
Nel comunicato:
L’esercito israeliano ha liberato nella notte a Rafah, nel sud della Striscia, due ostaggi israeliani che erano stati rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo hanno annunciato le Forze di difesa israeliane (Idf) su Telegram. «Durante un’operazione congiunta dell’Idf (le Forze di difesa israeliane, ndr), dell’Isa (il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet, ndr) e della polizia israeliana a Rafah, durante la notte, sono stati salvati due ostaggi israeliani, Fernando Simon Marman (60) e Louis Har (70), rapiti dall’organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre dal Kibbutz Nir Yitzhak (…) Entrambi sono in buone condizioni mediche e sono stati trasferiti per accertamenti medici all’ospedale Sheba Tel Hashomer – prosegue la nota -. Le forze di sicurezza continueranno ad operare con tutti i mezzi per riportare a casa gli ostaggi»,
Ma la liberazione (come sempre) non ha evitato le vittime, in quantità ancora una volta spaventose. Anche oggi l’IDF ha compiuto un vero e proprio massacro nel recupero degli ostaggi.
Hamas:
«Raid israeliani a Rafah, i morti sono più di 100»
È salito a oltre 100 il bilancio delle vittime negli attacchi israeliani a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo afferma il ministero della Sanità di Hamas.
Il presidente palestinese Abbas: «Gli Usa fermino Israele»
Gli Stati Uniti devono fermare l’operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Non solo lì ma anche in tutta l’exclave palestinese. Bisogna evitare una catastrofe umanitaria e una nuova Nakba . La Nakba è a catastrofe, termine con cui i palestinesi ricordano il trasferimento forzato della popolazione nel 1948 e nel 1967.
Ciò l’ha detto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas. L’ha detto durante l’incontro con l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al Thani, a Doha, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa palestinese «Wafa».
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto a casa i due ostaggi israeliani salvati nel raid dell’IDF.
In un tweet, Netanyahu ha scritto:
«Fernando e Louis, benvenuti a casa».
Ha poi reso omaggio ai «coraggiosi combattenti» che hanno salvato i due uomini.
Inoltre aggiungendo:
«Solo la continua pressione militare, fino alla vittoria totale, porterà al rilascio di tutti i nostri ostaggi»
Ormai tutti abbiamo capito che con “vittoria totale” si intende la completa cancellazione di Gaza e del popolo di Palestina. Questa non è più una guerra ma un genocidio. Israele sta usando la “lotta contro Hamas” per sterminare un’intera popolazione. Possiamo permetterlo?
Gaza è quasi del tutto stata sterminata dall’IDF di Israele, che ruolo avranno gli USA?
Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno parlato degli sforzi in atto per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo afferma la Casa Bianca riferendo della telefonata fra i due leader.
«Il presidente ha messo in evidenza la necessità di capitalizzare sui progressi fatti nelle trattative. Il tutto per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile», aggiunge la Casa Bianca. Biden ha anche chiesto «passi specifici e urgenti per aumentare l’assistenza umanitaria ai civili innocenti palestinesi».
In un mondo che si vanta di civilizzazione e progresso, è semplicemente inconcepibile che una nazione possa continuare a perpetrare massacri di civili indifesi. Eppure, questa è la crudele realtà che Israele continua a infliggere al popolo palestinese. Gaza è un territorio ormai martoriato da decenni di conflitto e violenza.
Basta morti a gaza, qualcuno fermi IDF (probabilmente non saranno gli USA)!
Il sangue dei bambini palestinesi macchia le strade di Gaza, mentre le loro madri piangono lacrime di disperazione e impotenza. Le case vengono rase al suolo, le famiglie vengono divise e distrutte. Tutto questo avviene sotto il pretesto di una “difesa” che si trasforma sempre più in un eufemismo per giustificare un’aggressione sistematica.
Ma quale è il vero obiettivo di questa violenza implacabile? È forse solo una questione di sicurezza nazionale, o c’è qualcosa di più oscuro dietro questa spietata campagna militare? È difficile non notare che, per Israele, sembra trattarsi di un macabro “ora o mai più”. L’obiettivo è chiaro: eliminazione totale dei palestinesi e l’annientamento della Striscia di Gaza dalla faccia della terra. Ora o mai più.
Si tratta di un’agenda tanto crudele quanto disumana, una manifestazione estrema di potere. Essa non solo viola ogni principio di giustizia e diritti umani, ma mina anche qualsiasi pretesa di coesistenza pacifica tra i popoli. Se continuiamo a restare in silenzio di fronte a questa barbarie, siamo complici di un crimine contro l’umanità.
Quindi mi chiedo: è questo accettabile? Dobbiamo davvero voltare lo sguardo dall’altra parte e fingere che tutto ciò sia normale o giustificabile? Noi, come individui e come nazioni, dobbiamo alzarci e condannare queste azioni brutali senza esitazione né scuse. È tempo di porre fine a questa follia, di porre fine alla sofferenza dei palestinesi. Dobbiamo lavorare insieme per una pace vera e duratura in Palestina, che non veda nella sicurezza di Israele un motivo per sterminare un’intera popolazione.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine