Il Codacons ancora una volta contro Fedez. In un esposto inviato alla Guardia di finanza di Milano (Roma ed Emilia Romagna) l’associazione chiede che vengano svolti controlli fiscali sulle società del marito di Chiara Ferragni che davanti ai magistrati si è dichiarato nullatenente.
Nel documento di nove pagine, in cui il Codacons si dice titolato a essere portavoce di possibili spunti “nell’interessi della collettività”, chiede di “indagare su Federico Lucia, in arte Fedez, per scongiurare che tramite le sue società – a cui è intestato l’intero patrimonio – possa essere realizzato qualche raggiro fiscale”. Tornando a prendere in esame le società del rapper – come già fatto in una ricostruzione dell’aprile 2022 sempre inviato alla Gdf – con un’analisi affidata al consulente tecnico Gian Gaetano Bellavia sottolineano come negli asset societari si evidenzia come si siano susseguite “una serie di operazioni straordinarie difficili da comprendere senza aver accesso ai dati contabili di dettaglio delle singole società ma che rappresentano un insieme non sempre razionale”. La successione delle operazioni “ben potrebbero essere la rappresentazione di operazioni in grado, potenzialmente, di celare fenomeni elusivi mediante il trasferimento di valore da un veicolo societario all’altro”. Inoltre i beni utilizzati per scopi personali “come l’abitazione della famiglia Fedez-Ferragni nel complesso Citylife ovvero la Lamborghini utilizzata da Fedez risultano intestati a società” e “sfugge il contenuto di eventuali accordi contrattuali che consentirebbero alle persone fisiche, che non ricoprono cariche societarie, di usufruirne in maniera esclusiva”.
Nell’esposto si ricorda, inoltre, come il rapper ha risposto “‘no, ho tutto intestato alle mie società'” all’autorità giudiziaria, “espressione che, in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a ‘sfruttare’ a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione”. In sintesi il Codacons confida nella possibilità “che possa essere avviata rapidamente un’attenta attività di approfondimento e verifica prima che ulteriori operazioni straordinarie, alcune già in corso, possano ulteriormente mutare lo scenario e magari determinare lo svuotamento di asset in pregiudizio del fisco”. Inoltre, si evidenzia “la fitta trama di rapporti di affari”: da una prima fase in cui il gruppo Fedez era legato al cantante J-Ax, “alla nascita di collaborazioni con primari personaggi dell’impresa italiana quali il gruppo Miroglio, la famiglia del Vecchio, il gruppo di Stefano Achermann, o la famiglia Naggi (che fa riferimento a Gian Camillo Naggi). Si tratta di gruppi o di soggetti che da sempre sono stati identificati come interni a presunti gruppi di potere e di lobbies ovvero vicini o dentro a consessi in cui si intrecciano elementi di varia estrazione come la politica, la finanza e il mondo dell’imprenditoria”.
Sotto questo punto di vista, scrive il Codacons, “la situazione merita un’analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di ‘potere occulto e trasversale’ (in cui anche la stessa Fondazione Fedez potrebbe probabilmente avere un suo ruolo) la cui conoscenza non può rimanere estranea all’attività istituzionale” della Guardia di finanza.