Pamela Anderson ha recitato in programmi televisivi e film di successo, è stata protagonista di un documentario, ha scritto un libro, si è battuta per i diritti degli animali e altro ancora. E adesso è diventata il volto della nuova campagna di Smashbox!
Pamela Anderson sarà il nuovo volto della campagna makeup Smashbox
Per Smashbox, Pamela Anderson ha riproposto il suo look di makeup tipico degli anni ’90: sopracciglia sottili, smoky eyes e pelle luminosa. È un modello che è stato replicato da tutti, da Kendall Jenner a Megan Thee Stallion. Ma noi ricordiamo Pamela Anderson anche per il suo makeup no makeup: la ricordiamo durante la Fashion Week a Parigi lo scorso autunno, e di nuovo nelle immagini per il marchio di cura della pelle Sonsie, che ha recentemente acquisito. “Dopo tutti questi anni, mi è venuto da ridere”, racconta la Anderson in un’intervista ad Harper Bazaar, quando le è stato proposto di essere la protagonista della nuova campagna di Smashbox. “Ho detto: “Vorrei che mi avessero assunta ai tempi, quando non riuscivo a pagare l’affitto”. Ma allora non ero abbastanza cool. Voglio dire, la mia estetica è un po’ diversa”, riconosce l’attrice. “Penso di non essere più così appariscente, ma è stato divertente strizzare l’occhio al passato”.
“Molte persone, molti marchi mi hanno chiesto di fare una sorta di flashback. Voglio dire, persino Vogue e diversi stilisti mi hanno chiesto di fare queste campagne flashback”, dice. Con Smashbox, è stato diverso: “Beh, accetterò perché è una delle cose sulla mia lista che avrei sempre voluto fare””, racconta. “Negli anni ’90 l’industria della bellezza non mi guardava. Ma ora, visto che gli anni ’90 sono popolari, ne approfitto. E ne sarò felice”.
La storia comune di Anderson con il fondatore di Smashbox Davis Factor, che ha anche fotografato la campagna, è stato un altro punto di forza. “Davis è stato uno dei primi fotografi a fotografarmi al di fuori di Playboy. Ha conosciuto mia madre al Roxbury di Los Angeles”, racconta l’attrice. “Ho sempre una storia personale che mi spinge a fare le cose, e non si tratta quasi mai del prodotto. Si tratta della relazione”.
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