“Fedez? Lui in tanti weekend non c’è stato. In altri, c’è stato Comunque, è mio marito, e secondo me, in certe situazioni di caos esterno, le altre cose è meglio tenerle dentro la coppia. La priorità è proteggere la famiglia e i figli. Poi, naturalmente, qualunque cosa io faccia, se ne parla”. Queste le prime parole di Chiara Ferragni, che parla per la prima volta della rottura con Fedez e dello scandalo pandori in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Chiara Ferragni finalmente parla, l’intervista esclusiva
Sullo scandalo pandori l’influencer ricorda il 15 dicembre, giorno nel quale l’Antitrust le comunica di aver sanzionato due società “una pratica commerciale scorretta”, per aver pubblicizzato il pandoro griffato Ferragni lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino: “Erano le otto del mattino, ero in piedi, stavo andando su un set fotografico e né io né i miei collaboratori ci aspettavamo nulla del genere. Sono rimasta completamente scioccata. Anche perché ho saputo la notizia dalle agenzie, contemporaneamente a tutti gli italiani. Era venerdì, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet terribili su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?”. Poi il video scuse con la ormai celebre e costosa tuta: “Ero vestita ancora così quando ho pensato che dovevo fare un video e dimostrare la buona fede mia e delle persone che lavorano con me. Da tre giorni, leggevo cose completamente false, tipo che avevo truffato i consumatori e perfino i bambini malati. Ero veramente scossa e dopo varie prove ho postato il video e facevo del mio meglio per trattenere le lacrime perché non volevo fare la vittima. Mi sono detta: la gente si aspetta qualcosa da me. Dovevo scusarmi, perché, se ci sono stati dei fraintendimenti, vuol dire che qualcosa poteva essere fatto meglio”.
“Il video non ha fermato l’ondata di odio? Probabilmente perché non era il momento giusto, continuavano a uscire notizie contro di me. Forse avrei dovuto pensarci di più, aspettare, ma si stava mettendo in gioco tutto, si andava molto oltre i giudizi sull’operazione in sé, la strumentalizzazione era completa. E, quando sei dentro una gogna mediatica, ti sembra che tutte le persone ti stiano accusando, invece, basta uscire un attimo di casa per accorgerti che non è così. Errore di comunicazione? Ci siamo resi conto che alcuni processi di analisi interna avrebbero potuto essere gestiti meglio. E stiamo lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi. Ho sempre pensato che, se hai trenta milioni di follower, se fai beneficenza e ne parli, crei un effetto emulativo. Per questo, quando possibile, la mia ratio è stata che, nell’ambito di operazioni commerciali tra le mie società e un partner, fosse semplicemente una buona idea provare ad aggiungere una parte di beneficenza anche piccola rispetto al contratto. Ho sempre pensato che, fra niente e poco, era comunque del bene che veniva fatto”. Poi sulla beneficenza con Balocco si difende ancora: “È stata una iniziativa mia e del mio team far inserire la donazione all’interno del contratto. La donazione è stata fatta subito dopo la firma del contratto ed è stata fatta subito proprio perché l’importo di 50 mila euro era certo e slegato dalle vendite e poi perché speravamo che il macchinario arrivasse prima della messa in vendita del pandoro. Nel cartiglio e nei miei post, però, abbiamo sempre scritto e detto che “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale…”, mai che una percentuale delle vendite sarebbe andata in beneficenza”.
Sull’enorme differenza tra il suo cachet (un milione di euro) e la cifra donata (50mila euro) la Ferragni rivela nell’intervista eslusiva del Corriere: “Parlare di cachet è improprio, perché quella cifra è il compenso dato alle mie società per i miei diritti di immagine, per la promozione e l’intera operazione. Non si deve far confusione tra la persona fisica Chiara Ferragni, il brand e le aziende. Inoltre, senza l’operazione, la donazione non sarebbe stata fatta. Senza beneficenza le mie società avrebbero incassato di più?Probabilmente, un pochino sì. Ma l’importante era fare la donazione”. Poi sull’ipotesi della procura, che parla di un disegno criminoso non solo con Balocco, ma anche con le uova pasquali di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. “Queste operazioni rappresentavano una percentuale esigua del nostro fatturato. Non comprendo come si possa dire che ci sia stato un disegno criminoso: perché, se così fosse, la maggior parte del fatturato dovrebbe dipendere da queste attività. E poi, sembra che io sia conosciuta per la beneficenza, ma ho fatto tantissime attività. Per fortuna con il nuovo Ddl beneficenza, o Ddl Ferragni (ride, ndr), tutto sarà molto più chiaro. Se ci fosse stato prima, avremmo scritto sul cartiglio “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale Regina Margherita con una donazione di 50 mila euro fatta da Balocco”. Nessuno avrebbe potuto dire niente e ci faceva onore comunque. Se c’è un effetto positivo di questa vicenda, è che ora abbiamo un Ddl beneficenza”.
L’intervista a Ferragni: “Si è parlato di me come una criminale”
“È stata dura. Per due mesi si è parlato di me come se fossi una criminale e incarnassi ogni male di questo Paese. Quando è scoppiato il caso, gli hater non hanno attaccato Balocco perché dicevano che ci sono gli operai e le famiglie, ma anche per le mie società lavorano 50 famiglie. Sono abituata a essere un personaggio divisivo, ad avere persone che mi supportano, ma anche hater. Fa parte del gioco, ma cercare ogni giorno una notizia negativa, anche falsa, per volere la mia disfatta, è stato eccessivo da sopportare anche per me. Poi ho l’impressione che faccia fare più clic dare enfasi a qualche hater piuttosto che alla maggioranza silenziosa che magari la pensa in altro modo. Il mio nome su Google? L’ho cercato. L’ho sempre fatto e, adesso, lo faccio con maggiore frequenza e, quando escono nuove fake news, è molto difficile non rispondere subito. Cerco il mio nome perché vorrei il controllo su tutto e per avere il polso di quello che si dice su di me, anche se poi mi deprimo di più e mi sento meno forte di prima”.
Ferragni: “Non posso piacere a tutti” e la crisi col marito
Su come ha vissuto i suoi ultimi due mesi, la Ferragni durante l’intervista al Corriere, rivela: “Non è il primo momento in cui ho questa paura: la paura è costante. In un lavoro come il mio che è completamente nuovo, temi sempre che il trend possa cambiare e di non piacere più. Poi, per non interrogarmi sugli esiti negativi, ho fatto tanto lavoro su me stessa, mi hanno insegnato che bisogna vivere solo nel presente, non nel passato né nella paura del futuro. E mi dico che non posso piacere a tutti, ma che alle persone a cui piaccio, piaccio perché sono me stessa, faccio le cose che piacciono a me e, anche se ora vengo descritta come una “criminale”, cerco di ispirare le persone verso cose positive perché questo è il mio modo di comunicare. Io senza comunicare non riuscirei a vivere: mi piace lo scambio di opinioni, mi piacciono anche le critiche, se fatte in modo costruttivo. Ho cambiato tante cose di me, ascoltandole. Tante volte mi è stato detto che cercavo di essere troppo perfetta ed è vero: ho sempre l’idea di dare il massimo e non mostrare le fragilità. Negli anni, mi sono sforzata di manifestarle di più. Però, a volte, fatico a farlo nel momento in cui le sto vivendo, se no, mi sentirei troppo attaccabile e mi mostrerei troppo debole. Le persone, da fuori, vedono una vita perfetta”.
Infine sulla crisi con il marito Fedez, la Ferragni conclude l’intervista così: “La priorità è proteggere la famiglia e i figli. Poi, naturalmente, qualunque cosa io faccia, se ne parla: se la faccio con lui o se la faccio senza di lui e chiunque nel mondo può dire la sua e avere le sue opinioni, ma per me, piuttosto che dare spiegazioni, è più importante fare quello che reputo più giusto: tenere i problemi tra le mura familiari. Io, a volte, faccio fatica a mostrare le mie fragilità nel momento in cui le sto vivendo. Faccio fatica perché, se raccontassi quanto mi sento fragile, mi percepirei ancora più debole, ancora più attaccabile”. Sull’argomento, poi, Chiara Ferragni ha preferito non aggiungere altro.