Euforica e con un sorriso che illumina ogni angolo in cui si trovi. Jasmine Paolini non si dimenticherà mai il suo percorso nel WTA 1000 di Dubai visto che le ha regalato il primo titolo di questo livello della carriera. Un cammino difficile, considerato il tabellone, che si è concluso anche con il nuovo best ranking e l’ingresso in top 15 con il suo fresco quattordicesimo posto che sarà ufficializzato domani. C’è anche un po’ di ironia in tutto questo, perché poi lei ai microfoni della sala stampa ha detto che è dall’inizio dell’anno che comincia male i match e poi si riprende a partita in corso, ieri contro Kalinskaya (4-6, 7-5, 7-5) ne è stata l’ennesima dimostrazione. La stagione invece l’ha cominciata decisamente bene e basta… ed è il dato più importante. Ma tra le sue parole ha messo in risalto un concetto che dovremmo tenere a mente tutti riguardo ai propri e rispettivi percorsi. Non è vero che se non vinci a 20 anni non ti imporrai mai nel tennis. Ognuno ha la sua strada e i suoi ritmi a cui fare riferimento. Ecco dunque quali sono state alcune delle parole della tennista Azzurra.

Jasmine Paolini: “Devo ancora realizzare”

Jasmine Paolini – Crediti Foto: FITP Tennis | Facebook

Così dunque ha parlato l’azzurra al termine dell’incontro come riportato da Super Tennis: “Come mi sento? Credo che devo ancora rendermene davvero conto. E’ incredibile, non so cosa dire. Sì, è speciale avere questo trofeo tra le mani. È stato un torneo fantastico. C’erano tante campionesse qui: è stato un sorteggio davvero, davvero difficile. Sono solo felice. Penso che ogni persona abbia i suoi ritmi, il suo percorso. Ho avuto bisogno di più tempo per credere che forse avrei potuto giocare a questo livello, come ho fatto questa settimana. So che non sarà così ogni settimana. È dura. Gioco contro le migliori giocatrici del mondo. Ma sono qui a godermi il mio tennis, a godermi le partite in campo. Amo semplicemente quello che faccio, cerco solo di vivere il presente, di restare lì, di dare il meglio di me in quel momento“.

Poi le hanno chiesto quando fosse cambiato mentalmente il match: “E’ stato quando ero sotto 2-0 nel secondo set. Stavo servendo. Mi sono detta ‘andiamo, devi provare a giocare ogni punto, devi provare a fare qualcosa: pensa solo a cose semplici, prova magari a servire di più sul rovescio, un po’ più di velocità nel servizio, prova a muovere la palla”.

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