Nello spazio di LetteralMente Donna una donna eccezionale che ha saputo distinguersi nello sport conquistando importanti primati e diventando un esempio per le generazioni successive. Il suo nome è Irene Camber e questa e la sua storia.

Irene Camber, dallo sci allo scherma

Lo spazio di LetteralMente Donna è dedicato a Irene Camber, fonte wallstreetitalia.com
Irene Camber, fonte wallstreetitalia.com

“L`epopea dei trionfi olimpici della scherma femminile è nata sotto la sua stella splendente. Lo sport italiano rimane orfano di Irene Camber, l’antesignana di una storia di successi e della tradizione che fa grande lo sport italiano nel mondo grazie alla grandezza della disciplina che lei ha saputo consacrare”. Questa parole affidate a Twitter dal presidente del Coni Giovanni Malagò dopo la morte di Irene Camber sono quanto mai dovute per ricordare la famosa schermitrice recentemente scomparsa e i suoi primati. Eppure quello che più incuriosisce se si va ad esaminare la storia della Camber è che la scherma non è stata la sua prima passione

In un’intervista la famosa schermitrice, come riporta Di Lei, infatti, dichiarò: “In realtà io amavo lo sci e per lo sci ero pronta a qualsiasi sacrificio, ma all’epoca non era poi così semplice raggiungere una pista, soprattutto da una città di mare. Me ne feci una ragione, ma ricordo sempre bene l’amore enorme che nutrivo per gli sport sulla neve”. Lo sci venne poi sostituito dalla scherma in cui la Camber ottenne già precocemente i primi importanti risultati. A 14 anni vinse la sua prima gara e a 16, nel 1942, entrò nelle finali del campionato italiano. Poi la Camber si prese un pausa per studiare ottenendo anche in questo caso un importante risultato come quello di essere la prima donna a laurearsi in chimica industriale.

L’impresa olimpica ad Helsinki

“Mi svegliai e avvertii che quella era una splendida giornata. Anzi, di ora in ora sentivo che diventava sempre migliore. Ho colto tutto con molta semplicità, senza sforzi psicologici: è per questo che ce l’ho fatta”. Così come riporta il Corriere della Sera, Irene Camber ricordava il giorno in cui passò alla storia vincendo ad Helsinki, nel1952, diventando la prima donna italiana a vincere la medaglia d’oro nella scherma alle Olimpiadi per il fioretto. La festa poi continuò nella sua Trieste dove, raccontò, “dopo la vittoria olimpica, eravamo occupati dagli alleati, ma ricordo tutte le bandiere alle finestre, era una cosa emozionante, avevo vinto per l’Italia”.

Aldilà dei meriti sportivi la vittoria della Camber fu ancora più difficile e importante se si pensa alla condizione delle donne dei primi anni 50′. Infati la Chamber ha ricordato che “ci voleva tanta dedizione [ndr per gareggiare a quei tempi come donne], allenarsi bene era difficile e mi ricordo quando al mattino alle 7 andavo in sala scherma ad allenarmi trovavo un’altra triestina, che dopo aver fatto le notti in ospedale perché era una crocerossina, veniva in sala scherma per permettermi di allungarmi, perché contava la misura, la velocità”.

Il bronzo a Roma 1960 e la carriera da allenatrice

Irene Camber, dopo Helsinki, vinse, tra l’altro, anche un bronzo nel fioretto alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e i mondiali a Bruxelles nel 1957. Si ritirò nel 1964 diventando commissario tecnico per il fioretto fino a Monaco 1972. Di quell’esperienza ha ricordato di non essersi “mai considerata allenatrice”. “Questo “lavoro” l’ho svolto”, ha poi affermato, “con enorme passione, soprattutto con mio figlio Giulio, che è arrivato anche a vincere un titolo italiano. Ma lui non ha avuto costanza e ha mollato abbastanza presto”.

La Camber ha poi continuato a seguire la scherma fino alle Olimpiadi di Londra del 2012 dove era stata invitata ad assistere le Olimpiadi insieme ad un altro famoso schermidore come Edo Mangiarotti. Disse di quell’occasione di essersi ricordata di Londra 1948, la sua prima Olimpiade. “Una sensazione speciale”, raccontò, perchè “mi sono vista vicina e lontana”.

Stefano Delle Cave

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