Il salto tra i grandissimi ormai lo ha fatto e ora ha riscritto persino la storia. Mai nessun italiano prima di Leonardo Fabbri era salito sul podio del peso ai mondiali indoor. C’è sempre una prima volta ovviamente e questo sembra proprio l’anno giusto dell’Italia. Il lanciatore ha chiuso con la misura iniziale, ironia della sorte, ovvero un bellissimo 21,96. Nei successivi lanci solo Crouser con 22,77 e Walsh con 22.07 hanno fatto di meglio. Il cucchiaio di legno poi se lo è preso un altro italiano, Zane Weir, con un ottimo 21.85. Al termine della gara Fabbri è poi intervenuto ai microfoni della FIDAL. Andiamo a vedere quali sono state le sue dichiarazioni.
Leonardo Fabbri: “Adesso si va sempre per vincere una medaglia”
Queste dunque le parole del pesista fiorentino: “Una cosa bellissima, volevo regalare una soddisfazione a tutti gli italiani che ci stanno guardando, li voglio far appassionare al getto del peso perché per troppo tempo è stato lontano dalle luci: con me e Zane così è bello rendere felici gli italiani. Due lanciatori in maglia azzurra tra i migliori al mondo: avanti così! Prima della gara sapevo quanto fosse importante piazzare il primo lancio, perché sarebbe stata lunghissima. Il riscaldamento è stato bruttissimo, ho tirato un peso fuori settore. E invece al primo lancio ho trovato subito un 21,96 molto facile. Poi ho provato a forzare, volevo una misura importante, per avvicinarmi a Crouser o batterlo. L’ho visto esultare per un 22,36 e questo vuol dire che un po’ di paura gliel’ho messa. A Parigi? Io paura di lui non ne ho, quindi è bene che ne abbia un po’ lui. A me non piace farmi battere”.
Poi prosegue sulla Nazionale: “Questa è una Nazionale bellissima, mi dispiace non ci siano Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs. Ho 26 anni e sono tra i più ‘vecchi’, questo fa capire quanto l’atletica sia vivace. Domattina andrò a fare il tifo per quel ‘bimbo’ di Furlani, speriamo possa far bene. Ho visto un bel gruppo, tutti uniti, un’atmosfera così fa bene a tutti. Roma e Parigi? Ormai si va sempre per vincere una medaglia. Lo dobbiamo a Paolo che è arrivato quarto ad Atlanta ’96 per un centimetro. Io e Zane dobbiamo prendere una medaglia alle Olimpiadi perché se lo merita”.
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