Ha fatto molto discutere l’uscita della conduttrice svizzera nei confronti dei centri Antiviolenza. Michelle Hunziker con la sua Doppia Difesa si professava fondatrice di un Centro a sostegno delle donne. Centro che, sempre secondo un’indagine di Selvaggia Lucarelli, non avrebbe mai risposto a una telefonata o a una segnalazione.
Michelle Hunziker e Doppia Difesa
Tutto è cominciato quando Selvaggia Lucarelli ha deciso di “mettere alla prova” l’associazione creata dalla conduttrice svizzera. La giornalista ha condotto dal 2018 un’indagine, contattando direttamente il centro. “Nessuno mi rispondeva negli uffici, non rispondevano alle mail, le pagine social di Doppia Difesa erano piene di commenti di protesta, c’era pochissimo personale. Dopo mie verifiche ho scoperto che a rispondere alle donne (quando rispondevano) c’era una segretaria che si alternava a un’altra e talvolta addirittura la madre di Michelle Hunziker. Una ragazza mi raccontò addirittura di essere andata a citofonare nella sede per un’urgenza e le fu risposto: mandi una mail”.
A seguito delle sue affermazioni, la Hunziker aveva risposto alla Lucarelli facendo subito querela. Un’azione che oggi è da poco stata archiviata, dopo sei anni. Gli atti del processo, però, danno ragione alla Lucarelli: “Appare difficile ritenere che, a fronte di migliaia di richieste di assistenza, la Fondazione potesse dare tempestiva risposta potendo contare su una sola segretaria a tempo pieno e su un’altra a tempo parziale”. Il giudice ha, infatti, notato la “scarsa operatività” della fondazione. E riscontrando tutte le anomalie segnalate nell’articolo. E Selvaggia aveva coì postato: “Doppia Difesa è stata più uno spot che un aiuto alle donne.”
Le recenti dichiarazioni
Qualche giorno fa esce però l’intervista con Silvia Toffanin a Verissimo, dove l’ex modella ha scelto di tornare a parlare di Doppia Difesa. E afferma: “è un progetto molto importante che porto avanti con Giulia Bongiorno dal 2007, soprattutto dopo aver sofferto di una situazione molto delicata che metteva in pericolo la vita di mia figlia Aurora Ramazzotti. Tante donne denunciano, ma muoiono nell’attesa di giudizio. Lottiamo nel quotidiano con beneficenza, ma questa non deve essere sbandierata, la beneficenza si fa e basta. Doppia difesa è un progetto di vita. Non ho risposto a quella polemica perché la nostra fondazione è onesta e trasparente. Non siamo una fondazione fantasma, anzi.”
E ancora: “Noi operiamo e se c’è qualcuno che ha lottato per avere due leggi, uno sullo stalking e “codice rosso”, quella è Doppia Difesa. Certe volte bisogna stare attente a gettare fango su realtà che ci mettono tanto cuore.” Sempre parlando di Doppia Difesa, infatti, la donna ha affermato: “Non ci siamo fermati neanche durante il Covid, quando tutti i centri antiviolenza giustamente erano fermi”. La conduttrice ha continuato: “Noi ci siamo adoperate per aiutare a livello psicologico le donne in difficoltà che erano tra le quattro mura, chiuse con i loro carnefici nelle case, non sapendo veramente che cosa fare. Noi non siamo mai spariti, abbiamo cercato di aiutare. Doppia Difesa non è un gioco.”
La risposta di Di.re
In merito a queste affermazioni D.I.Re, l’associazione Donne in Rete Contro la Violenza, ha espresso estremo sconcerto e indignazione per le frasi disinformate pronunciate dalla Hunziker: “Si tratta di un’affermazione erronea, dal momento che tutti i centri antiviolenza della rete D.i.Re sono rimasti aperti e non hanno mai interrotto l’attività durante tutta la pandemia”. Le associazioni infatti, durante il periodo del Covid, non hanno mai cessato di adoperarsi per raggiungere le vittime di violenza di genere, tanto negli ospedali, quanto nelle stazioni di carabinieri, offrendo ospitalità e sostegno.
Avevano inoltre avviato una serie di iniziative ben specifiche per offrire supporto e protezione alle vittime, specialmente nei casi di violenza domestica. Anzi, le segnalazioni ricevute sono più che raddoppiate rispetto ad anni come il 2018. Per questo, la Rete dei centri antiviolenza ha richiesto a Verissimo che l’infondatezza delle sentenze della donna sia resa pubblica con urgenza. Attraverso una rettifica e delle scuse allegate da parte della showgirl e della Mediaset. “Non si deve disconoscere l’enorme lavoro svolto ininterrottamente dalle operatrici dei centri antiviolenza nella difficile fase di emergenza sanitaria.”
E sono arrivate le dichiarazioni di risposta della conduttrice, “volendo semplicemente fare riferimento all’estrema difficoltà di continuare a prestare aiuto alle donne vittime di violenza e di continuare a essere per loro un punto di riferimento durante la pandemia.” Si è infine scusata per l’uso erroneo dell’aggettivo “tutti”, in riferimento ai centri antiviolenza nel periodo Covid, riconfermando il “massimo rispetto e apprezzamento” che nutre “nei confronti di tutti i centri che aiutano le donne.”
Marianna Soru
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