Maestre d’Amore, una commedia tratta da “Ars Amatoria” e “Remedia Amoris” di Ovidio, realizzata e ideata dalla compagnia teatrale PolisPapin. Stasera ultima serata per assistere allo spettacolo a Teatro Trastevere

Uff.Stampa Vania Lai

PolisPapin, compagnia teatrale fondata nel 2013, è composta da tre attrici: Cinzia Antifona, Francesca Pica e Valentina Greco, tutte protagoniste di questa commedia. Brillanti ed eleganti mettono in scena a Teatro Trastevere di Roma la commedia Maestre d’Amore, ispirata dalle opere di uno dei maggior Maestri dell’epoca, Publio Ovidio Nasone.

Uno spettacolo ironico, spesso graffiante e volutamente ammiccante, la commedia è pensata come una “scuola” in cui tre “insegnanti” danno lezioni sull’amore. Tutte le tecniche per conquistare la preda, attraverso un gioco erotico di seduzione, sono messe in evidenza con delle “diapositive”, nonché scenette di teatro nel teatro, che anticipano i consigli veri e propri sull’amore. Lo spettacolo volge al termine con “Rimedia amoris” la cui compagnia attinge rimedi per dimenticare un amore, lasciandosi andare in una partenza per un lungo viaggio, o buttarsi in un’altra storia d’amore. Lo stile della rappresentazione è sempre molto ironico; dall’inizio alla fine, lo spettatore non potrà fare a meno di sorridere, e il tutto è arricchito da musica e jingle della bravissima Francesca Pica al clarinetto. A tal proposito, come non amare e come riuscire a smettere di canticchiare, usciti dal teatro, la canzone “Il coccodrillo egizio“? Una melodia essenziale che entra in testa e fa venire voglia di ballare e battere le mani a ritmo di musica insieme  alle attrici. La canzone altro non è che la soluzione ad ogni problema che tutti vorremo a portata di mano per risolvere i tanti aspetti dell’amore che provocano dolore: migliorare il proprio aspetto, l’insicurezza nei confronti del partner, tradimenti, ecc.

Altra nota piacevole, che rende il tutto ancor più delizioso, sono gli abiti impreziositi di gioielli che rendono le tre maestre delle meravigliose seduttrici da cui non si riesce a distoglier lo sguardo.

Godetevi la vita” è il finale/consiglio con cui si congedano le tre “insegnanti” e che lasciano lo spettatore riflettere sull’amore. Opere quelle di Ovidio scritte più di duemila anni fa, ma che riescono ad essere maledettamente così attuali oggi.

di Valentina Cetrangolo