Concluso il referendum in Veneto e Lombardia, al fine di ottenere maggior autonomia rispetto al governo, i risultati parlano chiaro. E’ stata raggiunta la maggioranza assoluta: 60% dei votanti in veneto e il 40% in Lombardia. Zaia e Maroni possono avviare da subito trattative con il governo centrale.
(photo credits: EreticaMente.net)
La maggioranza del Veneto non ha dubbi, vuole l’autonomia da Roma. I cittadini hanno infatti risposto unanimi al referendum per ottener l’autonomia d Roma su 23 materie e Zaia è intenzionato a sedersi al tavolo con Gentiloni già da subito.
La domanda è: “Ci sarà il tempo per tesaurizzare la risposta del referendum, essendo la magistratura agli sgoccioli?”
Intanto, questa mattina, Zaia ha promesso la presentazione di un testo di legge da sottoporre subito al governo principale e poi agli uffici di presidenza delle due Camere per una pronta calendarizzazione. Il parlamento dovrà comunque votare per una maggiore autonomia, al fine di un’ approvazione della maggioranza assoluta sia alla camera, sia al senato.
Meno smaniosa è stata la reazione della Lombardia, in cui il quorum dei votanti non supera il 40%, anche se le votazione non sono ancora terminata a causa di “inceppamenti” del sistema di voto elettronico.
“Si sono registrati alcuni problemi tecnici nella fase di riversamento dei dati delle rimanenti voting machine, pertanto i risultati completi potranno essere resi noti nella giornata di lunedì a operazioni concluse” – Così è scritto nell’avviso diffuso alle 3 del mattino, dopo che lo spoglio si è fermato al 95% delle sezioni, registrando un’affluenza del 37,07 per cento.
La società che si è occupata di gestire il voto elettronico, tra l’altro prima sperimentazione in Italia, ha previsto la conclusione dello sfoglio alle 13:00, ovvero due ore dopo la chiusura dei seggi.
Con circa il 60%, quindi, il Veneto supera il quorum previsto del 50%: Un successo.
Mentre in Lombardia, il quorum non era previsto ma l’affluenza ha superato il 40%, una percentuale quindi maggiore del 34% fissato dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, per definire la consultazione riuscita.
Il Veneto e la Lombardia hanno cosi’, la possibilità di ottenere più competenze e maggior autonomia fiscale rispetto al governo centrale.
Per il referendum lombardo, per la prima volta in Italia, è stato adottato il voto elettronico tramite tablet: 24 mila messi a disposizione, con 7 mila tecnici disponibili in caso di necessità.
Gli Hacker, hanno invece rallentato l’operazione in Veneto, dove sono stati superati due livelli su tre di sicurezza.
“Chiederemo queste 23 competenze, il federalismo fiscale, i 9/10 delle tasse, perché vogliamo essere come Trento e Bolzano. Non è un referendum che non serve a nulla, non è una buffonata. Abbiamo passato la soglia del quorum, il Veneto c’è ed è quello che mi piace ricordare stasera. È stata una partita non facile, discussa per settimane e per mesi. Non esiste il partito dell’autonomia, esistono i veneti che si esprimono a favore di questa idea” – Queste le parole di Zaia davanti i primi dati.
La regione Veneto, a partire da oggi, avrà la possibilità di avviare la trattativa con il governo, sulla base dell’Articolo 116 della Costituzione, che, permette di ottenere maggiori forme e condizioni particolari di autonomia su 23 materie.
Infatti delle 23 materie, tre sono di competenza dello stato, ovvero, giustizia di pace, istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali, mentre le altre 20 sono concorrenti.
Zaia ha sulla sua scrivania già una delibera che, spiega, “E’ il frutto di un grande lavoro di costituzionalisti ed esperti in materia finanziaria, che rispettando la Costituzione, articolo 116, 117 118 e 119, hanno scritto un progetto per avviare il negoziato”.
Il presidente definisce tutto ciò “Una pagina di storia”, affermando che, da qui in poi, il Veneto non sarà più lo stesso.
“Non faccio la competizione con Zaia, non mi interessa la percentuale, sono contento che ci abbia superato, ora possiamo unire le forze per la battaglia del secolo”, Afferma Maroni, soddisfatto della percentuale raggiunta e che gli attacchi hacker non hanno colpito la Lombardia.
Il segretario regionale, Alessandro Bisato, esprime la posizione del Pd:
“Il risultato delle urne conferma che la maggioranza dei veneti è favorevole a un maggior grado di autonomia. Per questo motivo, il Partito Democratico ha assecondato la consultazione referendaria, pur consapevole che la Regione avrebbe potuto ottenere già da molti anni deleghe e competenze se solo avesse avviato una contrattazione seria con lo Stato senza buttare risorse pubbliche, ora Zaia non ha più scuse”.
Di sicuro, ora i due governatori avvieranno trattative con Governo per ottenere “le materie”, ma una maggiore autonomia poteva essere richiesta e ottenuta anche senza un referendum ( come accaduto in Emilia Romagna), però, di certo, i risultati evidenti e delle urne renderanno Maroni e Zaia più forti davanti le trattative a palazzo Chigi.
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Martina Onorati