Bisognerà aspettare ancora una settimana per sapere cosa succederà a Cesare Battisti, se potrà essere estradato in Italia o se continuerà a vivere tranquillamente la sua latitanza in Brasile. Lo ha deciso il giudice Luiz Fux, eccependo “motivi processuali”
Il 24 Ottobre era un giorno attesissimo per il futuro del’ex militante Pac Cesare Battisti. Ieri era in programma l’udienza in cui l’Alta Corte avrebbe dovuto pronunciarsi sulla concessione dell’ habeas corpus all’ex terrorista, l’ostacolo più importante per l’estradizione in Italia.
Invece, dopo una brevissima udienza pro forma, il giudice Luiz Fux ha deciso di rinviare alla prossima settimana, dilungando ancora l’incertezza sul destino di Cesare Battisti.
Battisti rimarrà in libertà, potendo continuare il soggiorno presso la coppia di amici, ma dovrà:
- Indossare il braccialetto elettronico per monitorare i suoi spostamenti;
- Continuare a risiedere a Cananeia (potendosi comunque spostare);
- Presentarsi una volta al mese presso il Tribunale.
La la scelta di rinviare la decisione sulle sorti di Cesare Battisti alla prossima settimana, dietro a quanto formalmente dichiarato, può avere significati diversi. Dalla posticipazione per meri problemi interni dell’attività giudiziaria, la volontà di protrarre ancora l’incertezza, al bisogno di terminare di studiare bene il caso e le prossime mosse.
Tuttavia, sembra che la volontà sia rimasta quella di estradare Cesare Battisti.
Una missiva dell’Avvocatura dello Stato diretta all’Alta Corte, lo confermerebbe. Si ribadisce che al Presidente Temer, comunque vadano gli sviluppi processuali, rimane la possibilità di scegliere cosa fare dell’ex terrorista.
«Si tratta di un atto altamente politico. Il margine di discrezione è dunque ampio, vi è una chiara libertà di scelta e una flessibilità di giudizio. Visti gli interessi legati alla vicenda e l’attuazione dei trattati internazionali, esiste una possibilità di revisione. Le circostanze sulla mancata consegna della persona da estradare possono mutare nel tempo e rendere possibile una nuova valutazione da parte dello Stato»
Cesare Battisti si dichiara innocente: ha paura di tornare in Italia
Intanto nelle more processuali Cesare Battisti ha avuto modo di tornare a parlare di sé, difendendosi per quanto è possibile, addirittura affermando la propria innocenza.
«Come non ho compassione per le vittime? Certo che ho compassione per le vittime. Io ho 62 anni, ho moglie e figli, ho nipoti, già sono nonno» – ha dichiarato al Gr1 Rai.
Inoltre, egli ha nuovamente evidenziato come le ultime vicende siano il frutto di un tentativo di incastrarlo: la fuga in Bolivia sarebbe stata una trappola per riportare alla ribalta la sua estradizione.
Per questo e per i tentativi di incastrarlo susseguitisi anche negli anni passati, Cesare Battisti avrebbe paura di tornare in Italia dove si ritroverebbe in mano a dei “mercenari” che finalmente potrebbero accanirsi su di lui. O semplicemente fargli scontare gli ergastoli che gli spettano.