Lo scorso 10 maggio, a Roma, due 14enni sono state vittime di uno stupro da parte di due rom italiani di origini bosniache. Per la gip siamo davanti ad un atto “feroce” e “volontario”. Ragazzine minacciate anche di morte

Secondo il Giudice per le indagini preliminari (Gip), le due 14enni che hanno subìto lo stupro sono state vittime di un atto atroce e volontario da parte di Mario Seferovic di 21 anni e di Bilomante Maikon Halilovic di 26, accusati di violenza sessuale e sequestro di persona in concorso.

“Lo stupro è stato compiuto con estrema freddezza e determinazione unita ad un’assoluta mancanza di scrupoli e a una non comune ferocia verso le vittime”, questo è quanto dice il gip nel provvedimento di sei pagine, aggiungendo che il carcere è l’unica misura idonea. Dalle carte emerge, inoltre, che il 2 agosto scorso è stato svolto un incidente probatorio durante il quale le due vittime “hanno ricostruito in maniera non contraddittoria lo stupro e hanno dato particolari utili per l’identificazione del complice di Seferovic da entrambe indicate con il nome di Cristian”.

Lunedi interrogatorio

Probabilmente lunedì si terrà l’interrogatorio di garanzia dei giovani, che vivono in un campo nomadi alla periferia della capitale. Tutti i fatti sono accaduti lo scorso maggio, quando la ragazzina decide di incontrare il 21enne, conosciuto su Facebook, che si faceva chiamare “Alessio il sinto“. Dopo l’incontro, avvenuto in un luogo isolato e degradato, il 21enne avrebbe abusato di entrambe le ragazzine, mentre l’altro suo compare faceva da palo. Solo un mese dopo una delle due 14enni è riuscita a trovare la forza di raccontare tutto ai genitori,  i quali hanno presentato denuncia ai carabinieri facendo scattare così le indagini. 

Le prime immagini per identificare i due responsabili di questa barbarie sarebbero state fornite proprio dal padre di una delle due giovani vittime ai carabinieri.

Francesco Santoleri