Meriti del mondo ogni sua bellezza è il nuovo libro del giovanissimo Gianluca Stival. Una raccolta di poesie e pensieri che permette di immergersi in un universo di emozioni, riflessioni e dubbi che fanno parte dell’esistenza di ciascuno di noi.
L’autore centra il bersaglio. Coglie in pieno tutti quegli stati d’animo che si alternano durante la nostra quotidianità, scavando nell’intimità del lettore e pungolandolo là dove questi si fa pigro e smette di indagare. Per non vedere. Per non sapere.
Ma Stival, appena ventunenne, non ci sta e si afferma sulla scena poetica italiana e internazionale in modo determinato e lucido, con la voglia di dire: “Io esisto e provo qualcosa”.
I temi affrontati sono diversi e tutti egualmente significativi. Dall’amore sentimentale e fraterno, alla gratitudine, alla rabbia, alla morte, fino alla critica della superficialità imperante che affligge l’Occidente. Gli spunti rispecchiano gli interessi dei ragazzi della sua età: la musica, per esempio. Il lavoro di interpreti italiane come Elisa e Giorgia si fa occasione per ringraziare la vita e l’impatto che queste artiste positive hanno nella società odierna. Ma non mancano anche riferimenti a poeti come Giacomo Leopardi, a politici come Antonio Gramsci e alla celebre giornalista Oriana Fallaci.
Tutto è funzionale e utile per raccontarsi e raccontare. Perché scrivere, in prosa o in versi, in italiano o in francese, inglese, spagnolo (tutti idiomi padroneggiati con eleganza da Gianluca Stival), aiuta a conoscersi e a non sentirsi soli in questo mondo a tratti violento e ostile.
I versi di Stival sono sinceri e diretti. Talvolta possono peccare di ingenuità stilistica ma il suo universo emotivo è incredibilmente profondo e la potenza delle sue metafore riesce a coinvolgere e a colpire il lettore.
MMI: Come nasce la passione per la poesia? Ha sempre desiderato essere un artista, un poeta?
G.S: La mia passione per la poesia è nata quando ho iniziato a studiare i grandi autori e pensatori negli ultimi anni del Liceo Linguistico. Ho studiato Leopardi, Baudelaire, Chateaubriand, Woolf e anche molti poeti spagnoli come García Lorca, Machado e Jiménez. Mi ha sempre affascinato come forma d’arte e non avrei mai pensato di arrivare a scrivere un libro interamente (o quasi) di poesie. Ho sempre ammirato gli scrittori, i poeti soprattutto, perché esprimono i loro pensieri con una leggerezza e una determinazione strabilianti, a tal punto da far immergere il lettore in ciò che dicono e farlo sentire a proprio agio.
MMI: Lei si esprime benissimo in diverse lingue. Come decide se un componimento deve essere scritto in francese, inglese, spagnolo o italiano?
G.S: Studiando lingue e letteratura mi sono reso conto di quanto ogni lingua abbia un’efficacia diversa rispetto alle altre. Ci sono parole che solo in francese riescono a fare impatto, così come in inglese o in italiano. Ho scelto di cambiare lingua proprio per questo motivo, cosicché ciò che volevo dire potesse essere perfetto per me. Due poesie francesi all’interno del libro hanno anche la traduzione in italiano (a me piace chiamarla “versione in italiano” e non propriamente “traduzione”) e quello fu dettato da un’esigenza editoriale precedente. L’unica occasione in cui propongo una traduzione è durante le presentazioni del libro o i “reading live”, in cui includo anche poesie in lingua straniera.
MMI: Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato i Suoi lavori e il Suo stile e perché?
G.S: I miei grandi ispiratori sono Charles Baudelaire e Paul Verlaine; anche Giacomo Leopardi è stato un grande punto di riferimento per molte tematiche. Ho una grande ammirazione per Oriana Fallaci, Charles Bukowski, Guido Gozzano e Giuseppe Ungaretti: ognuno di loro ha saputo vedere la vita e l’esistenza umana con varie sfaccettature e per me è stato molto importante aver preso qualcosa da ciascuno, come fosse un’eredità letteraria.
MMI: Nel libro ci sono diversi riferimenti agli attentati di Parigi. È evidente che ne è stato molto colpito. Come ha affrontato quei giorni? Com’è cambiata (se è cambiata) la Sua percezione del prossimo, degli sconosciuti?
G.S: È inevitabile, purtroppo, che l’attenzione verso il prossimo sia cambiata. Ora è necessaria più premura, più diligenza e meno superficialità. Il terrorismo è un tema importante nel libro ed è presente in plurimi componimenti perché è sempre opportuno dar voce a temi così macabri e spregevoli. Io mi comporto in maniera, come ho detto prima, più attenta: non è giusto limitarsi (non viaggiare, non uscire di casa, non andare a un concerto) perché qualsiasi esperienza è preziosa e ci arricchisce. Bisogna mantenere le proprie abitudini con un po’ di prudenza in più.
MMI: Oggi è sempre più difficile che i giovani siano interessati alla lettura e lo sono ancor meno alla poesia. Quanto è importante, secondo Lei, la poesia nella vita di un ragazzo della Sua età?
G.S: La poesia è un’arte molto particolare: riconosco che sia più elitaria e meno comune, ma è una delle forme espressive più antiche del mondo e ha un grande fascino. Oggigiorno molti ragazzi tra i 20 e i 30 anni adottano la poesia per esprimersi: ci sono i poeti slam, c’è il movimento per l’emancipazione della poesia, i concorsi letterari per ragazzi. C’è un orizzonte più vasto rispetto ad anni fa probabilmente ed è bello vedere che pian piano la poesia sta tornando ad essere più diffusa e più apprezzata. Viviamo in un Paese in cui l’arte è patrimonio dell’umanità: anche la letteratura è arte e va preservata.
MMI: Qual è la lezione più importante appresa fino adesso? Ha avuto un impatto su Meriti del mondo ogni sua bellezza?
G.S: La lezione più importante che ho imparato è che qualsiasi cosa accade per un motivo e accade quando deve accadere. Il concetto di destino per me è davvero fondamentale: ho imparato a credere che se stiamo vivendo in un certo posto, se abbiamo a che fare con alcune persone, se stiamo condividendo certi pensieri è perché dev’essere così. È naturale poi che il destino si può anche creare, ma ho sempre pensato che le cose più belle non capitino per caso.
Valeria Longo