“Possiamo tutti essere d’accordo che è irresponsabile e invasivo commentare i corpi delle donne. Gaga non deve a nessuno una spiegazione, come non la deve nessuna donna”. Queste sono le parole di Taylor Swift in difesa di Lady Gaga riguardo i commenti pericolosi (fondamentalmente di body shaming, mascherati da una finta volontà irresponsabile di scoprire se l’artista è incinta o meno), riguardo la presunta gravidanza di Gaga. Ma perché qualcuno dovrebbe insinuare questo? Solo e soltanto perché Lady Gaga ha semplicemente un corpo sano, da donna sana.

Quando smetteremo di commentare i corpi delle donne? La lezione di Taylor Swift in difesa di Lady Gaga

La questione Taylor Swift – Lady Gaga (ma gli esempi potrebbero essere migliaia, ahimé) ci fa capire che siamo arrivati al punto in cui le donne sono costrette a dover parlare ad alta voce e a chiedere di far smettere questa narrazione gravissima riguardo ai corpi delle donne, precisamente quelli sani. Alla società non è mai piaciuto che le donne fossero in salute, forti, piene di vita e con così tante energie da poter spaccare il mondo. La società ci ha sempre volute deboli, estremamente magre fino all’osso, e senza energie. Per poter avere energie da vendere, da riuscire a far crescere il PIL degli USA, da reggere tour mondiali, e avere anche una propria vita, il corpo di una donna deve essere sano, esattamente quanto quello di un uomo. Io mi chiedo, possiamo avere questo diritto? Pare di no, pare sia un diritto solo maschile quello di avere qualsiasi corpo lui voglia e di non essere vittima di body shaming solo per aver deciso di essere sano.

Perché è semplicemente controllo e body shaming

Non appena una donna si fa vedere a suo agio col suo corpo, allora lì la società si sente in dovere di commentare il suo corpo, dicendole o che è ingrassata, oppure che è incinta. Usare la gravidanza come espediente body shaming è una delle cose più gravi che la società può fare ad una donna. Uno, perché il tema della gravidanza è un tema estremamente delicato (visto che non sappiamo affatto quali sono le scelte di vita di quella persona, cosa sta affrontando). Due, perché è ormai chiaro che il corpo di una donna, per la società, è solo uno: ossia quello standardizzato, senza alcun filo di “pancia” (e che in realtà di vitale ha ben poco, oltre a creare degli standard fisici nelle donne, irreali, solo malati).

Il problema è uno solo: e cioè che questo è semplicemente un altro modo, come tutti gli altri, di controllare i nostri corpi, di tenerli in gabbia e di sentire il bisogno di giudicarli costantemente. Leggere i commenti inquietanti di gente e di giornali che titolano “pancino sospetto” e “pancione”, che siano per Taylor Swift o per Lady Gaga, o per qualsiasi altra artista in giro per il mondo, è pericoloso. E’ pericoloso per loro, per noi.

Eppure già ce l’aveva detto Taylor nel suo documentario Miss Americana su Netflix, quando parlava del suo passato con i DCA e la dismorfia, quanto fosse triggerante e pericoloso per lei, leggere i commenti e i titoli dei giornali che le facevano notare che fosse “ingrassata” o che fosse probabilmente “incinta”. Lei stessa dice “tendevo a smettere di mangiare quando leggevo questi commenti”. O possiamo anche nominare il passato di Lady Gaga, che ha sofferto per anni di disturbi alimentari ed è stata più volte vittima di body shaming: nel 2018, dopo una spettacolare esibizione al Super Bowl, la rete si era scatenata sul suo corpo considerato “poco atletico”.

Ma quando finirà tutto questo? Quando finirà questo attacco tossico ai corpi delle donne (soprattutto su coloro che già hanno dichiarato di avere un passato con DCA e con dismorfia) che finalmente danno un messaggio sano, bello, vitale, e smetteremo di attaccarle proprio su una scelta così delicata e personale come la gravidanza? É tempo di mettere al sicuro il corpo delle donne, di scardinare ogni singolo comportamento triggerante, di denunciarlo, e di far sì che accada sempre meno. E soprattutto di provare a riflettere su quanto tutto questo possa fare male. A loro e a tutte le altre donne.

Seguici su Google News