Giorgia Meloni ha incontrato alcuni leader conservatori europei a Bruxelles prima della cena dedicata alle nomine nelle istituzioni per le cariche Europee. Ha parlato con il premier ungherese Orbán e con il polacco Morawiecki.

Questa settimana si decidono le nomine per i ruoli di vertice dell’Unione Europea, e i leader dei 27 Paesi si riuniscono già lunedì sera a Bruxelles. Giorgia Meloni è giunta nella capitale belga diverse ore prima dell’incontro serale (previsto per le 18) organizzato dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. La cena è informale e rappresenta solo un primo passo verso le nomine, ma i partecipanti porteranno i risultati delle elezioni del 6-9 giugno.

Meloni è arrivata all’hotel Amigo poco prima di mezzogiorno di lunedì. Poco dopo sono arrivati anche l’ex premier polacco e esponente del partito Diritto e Giustizia, Mateusz Morawiecki, e il premier ungherese Viktor Orbán, che ha commentato l’incontro positivamente.

Meloni si destreggia bene tra i conservatori di Bruxelles (e non solo):

Era prevedibile che Meloni coordinasse le azioni con altri leader del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), come il premier ceco Peter Fiala, o con leader allineati con Fratelli d’Italia (FdI). Prima della cena, Meloni è stata ricevuta anche da Charles Michel. La premier italiana arriva forte del 28,9% ottenuto alle Europee, che ha garantito a FdI 24 seggi su 720 nel nuovo Parlamento e ha consolidato la sua leadership nazionale.

Da mesi Meloni coltiva un rapporto con la presidente uscente della Commissione, Ursula von der Leyen, in particolare sul dossier migranti. Von der Leyen, candidata del Partito Popolare Europeo (PPE), è in pole position per una riconferma.

I risultati del PPE:

Parliamo del PPE o Partito Popolare Europeo. Si tratta di un importante gruppo politico di centro-destra all’interno del Parlamento Europeo. Il PPE comprende vari partiti nazionali che condividono valori conservatori e cristiano-democratici. In questo articolo, il PPE è rilevante perché ha ottenuto una significativa vittoria elettorale, influenzando le nomine per le posizioni di vertice dell’Unione Europea e sostenendo la candidatura di Ursula von der Leyen per la riconferma come presidente della Commissione Europea (fonte: euronews).

I risultati elettorali, con 190 seggi al PPE, 136 ai Socialisti e Democratici e 80 ai liberali di Renew Europe, suggeriscono una possibile conferma della maggioranza che supporta la Commissione. Von der Leyen, Olaf Scholz (S&D) e Emmanuel Macron (Liberali) hanno espresso tale volontà.

Meloni a Bruxelles e il rapporto con la Von del Leyen:

Lunedì, il sito Politico ha riportato che von der Leyen avrebbe ritardato un rapporto sullo stato di diritto nell’UE, con un giudizio negativo sull’Italia, per non compromettere il sostegno di Meloni alla sua rielezione. La Commissione ha smentito e annunciato che il rapporto sarà discusso il 3 luglio. Per assicurarsi una maggioranza stabile, von der Leyen potrebbe aver bisogno degli eurodeputati di Meloni, offrendo in cambio incarichi nel suo esecutivo bis, se supererà la resistenza dei socialisti europei. Prima delle elezioni, si ipotizzava una maggioranza alternativa con la destra europea.

Il PPE ha indicato che l’apertura ai conservatori radicali è limitata: bene Meloni e FdI, ma non Vox o il gruppo Identità e Democrazia (ID), di cui fa parte il Rassemblement National francese. Il 31% ottenuto dalla destra di Bardella e Le Pen mantiene l’idea di una forza di destra negoziale. Questo dipende anche dalle decisioni di Fidesz e di Alternative für Deutschland, messe da parte da ID per dichiarazioni dei candidati.

Meloni vorrebbe prolungare le trattative sulle cariche apicali dell’UE fino a metà luglio, considerando le elezioni anticipate in Francia che potrebbero portare la destra al governo anche a Parigi. Le decisioni formali sono programmate per le riunioni del Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno, da approvare il 18 luglio a maggioranza degli eurodeputati.

Le aspirazioni di Meloni:

Al G7 in Puglia, Meloni ha chiesto un incarico di rilievo che riconosca l’importanza dell’Italia e del suo governo, uno dei più rinforzati dal voto.

Si prevede che la presidenza della Commissione Europea resti al PPE, quella del Consiglio Europeo ai socialdemocratici, mentre l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dovrebbe essere un liberale. La presidenza del Parlamento sembra confermata con Roberta Metsola (PPE).

Meloni cerca un ruolo in Commissione con portafoglio, influente su politiche rilevanti per l’Italia, come il dossier migranti e la resistenza agli impegni ambientali del Green Deal. Esclusi Economia (dove c’era Paolo Gentiloni), Concorrenza e forse Mercato Interno, sono ipotizzabili Difesa e Bilancio. La Repubblica menziona anche la richiesta di un commissario per i flussi migratori.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine