La nostalgia di epoche mai vissute ha un nome: Sindrome dell’Epoca D’Oro. La malinconia di esser nati troppo tardi, l’idealizzazione del passato, la decostruzione del presente; sono alcune delle caratteristiche di questa sensazione dolce-amara, sempre più universalmente sperimentata. Ma perché si anela a tempi andati e mai vissuti?
Sindrome dell’Epoca d’oro o avere nostalgia di tempi mai vissuti
A tutti è capitato di sognare a occhi aperti la propria esistenza in un tempo e in un luogo diversi. Spesso ci si convince di esser nati in un’epoca sbagliata o di appartenere a un momento storico che nulla ha che vedere con il presente. Romanticizzare periodi storici passati e mai vissuti non è solo la caratteristica di una persona malinconica o estremamente sognatrice, ed è più diffuso di quanto si creda; questo stato di intensa nostalgia del passato e dei luoghi perduti ha un nome: Sindrome dell’Epoca D’Oro. Tuttavia, dal punto di vista tecnico, si parla bias cognitivo: ovvero, un errore di valutazione.
Nello specifico, è una tendenza a creare una propria realtà soggettiva che non corrisponde alla realtà oggettiva; tale distorsione si sviluppa sulla base di interpretazioni di informazioni errate già in possesso che arrecano errori di valutazione o scarsa obiettività nel giudizio. Di conseguenza, il bias diventa una forma di distorsione di una valutazione la cui causa è il pregiudizio – dal latino prae, “prima” e iudicium, “giudizio” – ovvero un giudizio prematuro. Il bias si presenta quando un soggetto è condizionato da argomenti pregressi e conoscenze generiche che causano la distorsione. Nel caso della Sindrome dell’Età dell’Oro si analizza il forte stato d’animo nostalgico che la persona sperimenta e che si basa su due meccanismi psicologici: negazione e idealizzazione.
Malinconia dei tempi perduti, i meccanismi psicologici alla base
Sognare a occhi aperti mondi passati e epoche mai vissute è sicuramente poetico e la sensazione agrodolce che ne deriva è stata fondamentale ispirazione anche in letteratura, nell’arte, nella poesia; numerosi poeti e artisti hanno cercato di scandagliare e analizzare la malinconia rivolta verso un passato mai vissuto e da dove questa attitudine derivi. Esistono, tuttavia, dei meccanismi psicologici alla base di questa sensazione nostalgica: i bias cognitivi. Fantasticare su un passato mai vissuto è una sorta di negazione del presente in quanto insoddisfacente, in quel dato momento, per chi prova questa impellenza verso epoche lontane. Romanticizzare il passato e idealizzare qualcosa di sconosciuto diventa quasi una convinzione che i tempi che furono, probabilmente, siano molto più interessante e adatti.
Si arriva, quindi, a bramare qualcosa che non si avrà mai e in questo senso la nostalgia diviene una forma di fantasia utilizzata come meccanismo di difesa per evadere da un presente insoddisfacente o da pensieri negativi. La Sindrome dell’Epoca d’Oro si basa su due meccanismi psicologici:
- Negazione: si nega il presente in cui si vive attribuendo l’insoddisfazione al periodo storico in cui si è costretti a vivere, immaginando che se si fosse vissuti in altri tempi questa condizione non si sarebbe sperimentata;
- Idealizzazione: romanticizzare un’epoca mai vissuta radica la convinzione che si sarebbe vissuti meglio rispetto al presente.
Un po’ come il famoso film di Woody Allen, Midnight in Paris, dove il protagonista anela la romanica Parigi dei primi anni ’20. Giunto, inaspettatamente, in quel tempo si innamorerà di Adriana che a sua volta auspica e sogna di vivere nella Belle Époque. Alla fine si arriva a un punto cruciale: indipendentemente dal contesto storico, la nostalgia per i tempi lontani è un sentimento comune agli uomini di tutte le epoche proprio perché si basa su un’insoddisfazione del presente.
Sindrome dell’Epoca d’oro, le parole della malinconia
Esistono persino varie parole che descrivono l’ impellente malinconia dei tempi antichi. La prima è Hiraeth: un termine gaelico che indica una sensazione nostalgica verso un antico e indefinito tempo trascorso, e che possiede un duplice significato. Se da un lato questa espressione indica una pungente malinconia verso un luogo o una persona verso cui non si può far ritorno, dall’altro si riferisce proprio alla nostalgia per epoche mai vissute.
Un’altra particolare parola arriva dalla Finlandia ed è Kaukokaipuu; è la nostalgia che si prova per un posto in cui non si è mai stati. Mentre il lemma tedesco Fernweh indica la nostalgia di luoghi lontani e mai visti. Questa espressione ha una traduzione poetica; in italiano, infatti, si rende con “nostalgia della lontananza”. Esiste,infine, un’altra parola molto interessante che sta diffondendosi sempre di più: Eramnesia, termine composto da” era ” e ” amnesia “; ovvero, la consapevolezza di essere nati nel periodo sbagliato e il desiderio di vivere in un altro.
Seguici su Google News