Un paesaggio di suoni, emozioni ed amicizia: “Ultimae Records”,label di musica elettronica con sede in Francia.

La vastità della scena elettronica in questo periodo storico è molto ampia, data la possibilità di accedere a qualunque contenuto. “Ultimae records”, etichetta francese con sede a Lione nasce con lo scopo di introdurre un concetto di qualità oltre che di reperibilità, avvicinando il pubblico e fidelizzarlo con serietà, offrendo tra la scelta, la passione per il proprio lavoro. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Sandrine Gryson, co-fondatrice e dj della label.

Ciao Sandrine, qual è il tuo ruolo all’interno dell’etichetta e come lo svolgi?

Sono salita a bordo dall’inizio, a fianco di Vincent ( fondatore di Ultimae), mi posso considerare co-fondatrice dell’etichetta e del progetto. A volte faccio la dj e ho creato “Oxycanta” una serie di compilations, e ho partecipato all’H.U.V.A network ed al progetto Subgardens. Principalmente mi occupo di promozione, amministrazione e pubblicazioni. Svolgo il mio lavoro con passione e dedizione curando i minimi particolari, cercando di abbracciare il gusto del pubblico con il nostro.

Con quale obiettivo nasce Ultimae Records?

Vincent Villuis aka Aes Dana membro di Asura, nel 1999 creò l’etichetta volendo pubblicare il suo primo album “Code Eternity” in uno spazio web aperto a tutti gli amanti del genere ambient. Sono entrata a farne parte agli inizi dell’anno 2000 ed ho cominciato a lavorare alla prima compilation di “Fahrenheit Project”.

Quale tipo di musica promuovete?

Come etichetta, produciamo album di vario genere, principalmente ambient, elettronica, downtempo, idm, classica moderna, ma trattiamo anche techno, progressive, e trance psichedelica. Dal punto di vista di vendita abbiamo un’ampia gamma di musica elettronica, techno, house, minimal, sperimentale, noise music.

Come già hai elencato ci sono tantissimi generi di musica elettronica, quali di questi ha maggiore visibilità e miglior vendita? Secondo te perché?

Non ho un’idea generale a riguardo e non ho la possibilità di accedere alle figure di vendita globali di tutte le etichette intorno a questo ambiente. Se parliamo di Ultimae Records soltanto, consideriamo che tutto ciò che rilasciamo è cinematografico, quindi lasciamo altro fuori! Vendiamo di più ambient/downtempo che trance o techno ma per la ragione che il nostro catalogo è formato intorno al 70% di quel tipo di musica.

Quali differenze ci sono tra la musica elettronica di venti anni fa e quella di adesso?

Ci sono molti generi nel panorama odierno, tanti stili mixati insieme dai quali nascono sottogeneri di vario tipo ritrovando una propria identità data dall’ascoltatore e da colui che produce. Tutti questi aspetti hanno rinnovato il sound, cercando di affinare lo stile e di dare scelta immergendosi in un oceano di categorie.

In quale modo scegliete gli artisti da produrre? E quale supporto di marketing offrite?

Abbiamo una squadra di artisti con i quali collaboriamo piacevolmente e con un ottimo rapporto professionale. Alcuni di questi sono James Murray, Martin Nonstatic, Circular, Cell, Scann-Tec, Miktek, altri generalmente appaiono come featuring nelle prossime compilation. Questo per dire, ad esempio, che il prossimo anno pubblicheremo un album di Master Margherita, ove quest’ultimo non hai mai lavorato con Ultimae Records ma accade di divenire buoni amici e discutere sull’idea di cambiamento per l’etichetta stessa, di spingere la sua frontiera musicale verso altre visioni e di comporre secondo il concetto di Suono Ultimae. Tendiamo a creare forti connessioni, il che è essenziale per la pubblicazione di un album e di un avvenire della carriera dell’artista e della label. La cosa più importante per noi è quella di essere profondamente toccati dalla musica, non importa se l’artista lo sappia o meno. Offriamo all’artista la direzione artistica, il nostro supporto digitale e dei media, abilità di mixaggio e masterizzazione, supporto legale.

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Quali servizi di distribuzione musicale utilizzate per promuovere la vostra musica?

Attualmente vendiamo direttamente sul nostro sito Ultimae.com, come punto di partenza, abbiamo anche la pagina bandcamp Ultimae.bandcamp.com. Vendiamo sul sito Discogs ed altri rivenditori e distributori musicali in giro per il mondo. Questo riguarda la distribuzione fisica. Per ciò che concerne il digitale, ovviamente sul nostro sito e bandcamp ma collaboriamo anche con Ingrooves e compagnie americane che distribuiscono su piattaforme mainstream come iTunes, Spotify, Beatport, Deezer, e NetEase, quest’ultima solo per il mercato cinese.

Con l’avvento dell’era digitale, è difficile mantenere in piedi un’etichetta discografica?

Ad essere onesta era più complicato prima di questo fenomeno, ma l’altro lato della medaglia è che nascono label con più facilità aggiungendo solo la parola records al proprio nome! La difficoltà in qualche modo sta nel fatto che devi dimostrare che sei qui per portare qualcosa ai compositori. Un altro fattore è il reddito che otteniamo da streaming rispetto al vecchio numero di vendite o vendite fisiche, quindi devi mantenere in atto la promozione, creando merchandising, eventi speciali ecc., bisogna mantenere la tavola da surf sull’onda!!

Ai ragazzi che volessero avvicinarsi alla musica elettronica da quali punti dovrebbero partire?

Il mondo della musica elettronica è così ampio, ha varie porte d’accesso. In alcuni casi persone che arrivano nel negozio ammettono di non saperne nulla di musica elettronica, ed io chiedo loro di ascoltare, ad esempio jazz, proponendo un jazz ambient niente male. In Francia le vecchie generazioni, hanno in mente come unico pionere di questo genere: Jean-Michelle Jarre, che spesso piace, basta pronunciare quel nome e ascoltano tutte le sue produzioni. Diciamo che non c’è una strada ben precisa, è l’interesse che scaturisce la ricerca con la quale si puo’ trovare la propria dimensione musicale, noi facciamo da punto di ristoro in questa ricerca.

Perchè scegliere Ultimae?

Abbiamo iniziato come Infinium Records e abbiamo dovuto cambiare nome nel 2001 perché una società americana che produce software ha voluto portarci in tribunale. Quindi abbiamo chiuso il sito per qualche settimana e siamo andati in vacanza portando con noi un dizionario di latino. Abbiamo trovato il termine “Ultimae Terrae” che significa il pezzo di terra più lontano che puoi raggiungere; ci piace immaginare la musica come un territorio, un paesaggio di suoni ove ognuno può trovare e scegliere quel piccolo luogo di pace momentanea. Abbiamo colto al volo l’idea e lo abbiamo abbreviato con Ultimae e aggiungendo Records naturalmente!!.

Grazie a Sandrine Gryson per la disponibilità.

https://ultimae.com

 

Mattia Gargiulo