I Belize sono una band originaria di Varese attiva dal 2014. Il loro sound spazia tra vari generi, con una sfumatura elettronica sempre presente. Si sono fatti conoscere dal grande pubblico calcando il palco dell’ultima edizione di X Factor: dalle audizioni alla classifica italiana Viral 50 di Spotify. Inizia così la loro scalata verso il successo.
I Belize tornano sulle scene a distanza di un anno dal loro disco di esordio “Spazioperso” con un nuovo EP intitolato “Replica”, uscito lo scorso 3 novembre. Il palco di X Factor è stato un ottima vetrina per questi ragazzi: che sia solo l’inizio di una grande carriera? Lo speriamo.
“Replica” è un disco da ascoltare a fondo, senza alcuna pausa. L’atmosfera che si respira è in bilico tra l’inquietudine e la spensieratezza. La loro musica è modernità: sanno conciliare l’originalità dei suoni a dei testi a dir poco poetici, brevi e coincisi, che non lasciano spazio ad alcuna banalità. In ogni brano si riscontra un’anima indie ed un’attitudine rock, accompagnate entrambe da una produzione elettronica notevole. Il frontman del gruppo (Riccardo) ha un timbro intimo e al contempo radiofonico, ci piacerebbe ascoltarlo in qualcosa di acustico dove la sua voce brilli di luce propria. “Pianosequenza” (presentato ad X Factor) e “Iride” sono quelle canzoni che ascolti la prima volta, ingenuamente e senza pretese, e ti ritrovi a spingere play serate intere. “Superman” è il singolo che ha anticipato l’EP, scelta azzeccata per presentare la band. Una frase che colpisce particolarmente è: “Superman lo so che ti chiami Kent, che in fondo vuoi ridere, guardare serie come noi sul web”. Superman è un comune uomo, che come tanti ha perso di vista le proprie priorità, confuso tra doveri e piaceri. Proprio così, di salvarci non ne ha voglia. E chi ne avrebbe in fin dei conti? Ho apprezzato i Belize fin da subito per la loro sincerità, nelle parole che ascolto traspare purezza. Scavare nei propri sentimenti non è così facile, la musica è lo strumento chiave per poterlo fare. Con “Replica” ho ritrovato un pezzettino di me, perso chissà dove…
Abbiamo avuto poi l’occasione di scambiare qualche parola con i Belize per approfondire ulteriormente questa piacevole scoperta.
MMI: Ciao ragazzi, innanzitutto vorrei chiedervi chi sono i Belize e da dove nascono?
BELIZE: Ciao! Siamo 4 ragazzi di Varese, a cui piace passare ogni weekend della nostra vita chiusi in un garage a “suonare la musica” come direbbe il nostro amico Resco; nasciamo da Varese, che è una città da sempre molto florida dal punto di vista musicale e artistico: Belize non è solo una band ma un collettivo di tutti i ragazzi che gravitano intorno al nostro progetto, da Aloha Project in primis, a Vaps, a Resco, che è il più Belize di tutti.
MMI: Avete partecipato alle audizioni di X Factor 11 ottenendo complimenti (in particolare da Manuel Agnelli) e notorietà, tanto da arrivare in cima alla classifica italiana Viral 50 di Spotify. Partecipare ai talent è al giorno d’oggi è una delle vie principali da percorrere per costruire una carriera. Quanto ritenete importante la vostra partecipazione a questa esperienza televisiva?
BELIZE: Importante non crediamo sia la parola più adatta, è stata un’esperienza utile, formante da certi punti di vista e sicuramente divertente da aver vissuto. Come hai accennato la partecipazione a un talent è uno strumento attraverso il quale è possibile arrivare a tantissime persone diverse, al di fuori del proprio classico pubblico, e noi abbiamo deciso di provare questo tipo di esperienza anche per dare possibilità a un brano come Pianosequenza (che ritenevamo interessante da sottoporre in quel tipo di talent) il giusto respiro e la possibilità di essere ascoltata da persone al di fuori del nostro mondo… e sicuramente ne abbiamo tratto i benefici che dicevi, che non ci aspettavamo assolutamente.
MMI: Il 3 novembre è uscito il vostro nuovo EP “Replica”. Rispetto a “Spazioperso”, vostro album di esordio, ritenete di essere maturati musicalmente? Se sì, sotto quali aspetti?
BELIZE: Rispetto a Spazioperso abbiamo scoperto il nostro modo di produrre molto più a fuoco di quanto pensassimo: se in primis vi era la ricerca di una sonorità o di un incastro quasi per tentativi, in Replica la direzione è stata decisamente più chiara e puntuale, di fatto è servito molto meno tempo per comporre le cose che avevamo in testa rispetto al primo disco.
MMI: I vostri brani trattano vari temi quali momenti di rottura, paure, limiti e scelte particolari. In linea con quello che è il vostro carattere, qual è il testo in cui vi rispecchiate maggiormente?
BELIZE: Ogni testo è ugualmente importante e rispecchia un preciso momento della nostra (o meglio mia, Riccardo ndr) vita: potrei dirti quale in questo momento risulta più vicino a come mi sento, ma se me lo chiedessi domani probabilmente risponderei in maniera diversa.
MMI: “Replica” è un progetto discografico molto particolare che comprende vari generi, tra cui elettronica, trip hop, pop e rap. Quali sono le muse ispiratrici del vostro sound?
BELIZE: La nostra musa è una sola: abbiamo una playlist Spotify segreta a cui ciclicamente tutti e 4 aggiungiamo le cose che ci piacciono di più: dentro ci puoi trovare cose che vanno dal cantautorato italiano degli ultimi anni, a hit americane uscite una settimana fa, a qualsiasi produzione di Damon Albarn (davvero qualsiasi cosa su cui abbia messo mano) ci lasciamo ispirare da tutto in maniera diversa, un nostro pezzo può essere composto da vari stimoli che riceviamo anche da tracce completamente diverse una dall’altra: sicuramente non ragioniamo a scatola chiusa su un particolare genere da non affrontare piuttosto che un ritmo su cui insistere, da quel punto di vista ci sentiamo molto liberi.
MMI: Questo mese siete impegnati con due release party ufficiali, una l’11 novembre a Varese, Cantine Cooupuf ed una il 24 novembre a Milano, circolo Magnolia. Avete in progetto altri live per quest’anno?
BELIZE: A breve annunceremo un tour che toccherà le maggiori città italiane, e siamo super gasati all’idea di furgonare (verbo che se non esiste andrebbe inventato) in giro per l’Italia, anche perchè sarà un bel test di resistenza per noi, oltre che un banco di prova per maturare dal vivo come band e rendere sempre più solido il nostro live.
MMI: Siete un qualcosa di inaspettato e originale per l’attuale panorama musicale italiano, state ottenendo molti successi e consensi. Cosa vi aspettate dal futuro?
BELIZE: Ci piacerebbe che finalmente Roland, Korg e Moog iniziassero a regalarci gli strumenti gratis (ride) !!! In realtà tutto quello che guadagniamo dalla musica viene davvero reinvestito in strumentazione fino all’ultimo centesimo, i dischi e i concerti sono tutto un pretesto per sperare che qualcuno ci noti e ci regali finalmente qualche synth con cui divertirci in studio, fare altri dischi, ricevere altri synth, ecc.. (è tutto un circolo vizioso)
MMI: Quale album vorreste consigliare di ascoltare ai lettori di Metropolitan Magazine?
BELIZE: Consigliamo non un album ma un brano: Generic Animal – Broncio
La chiacchierata con i Belize è stata davvero interessante: per saperne di più sulla band e per conoscere la loro musica vi suggeriamo di ascoltare il loro ultimo EP “Replica” fuori dal 3 novembre 2017.
Giulia Pappalardo