Il Regno Unito ha una nuova maggioranza laburista e un nuovo leader, il segretario del partito, Keir Starmer, che rimpiazzerà il conservatore Rishi Sunak al numero 10 di Downing Street.

Chi è Keir Starmer

Nato nel 1962 a Londra, Starmer è stato avvocato per i diritti umani prima di passare i magistratura dal 2008 al 2013. Ha quattro fratelli, lui è il primo della famiglia ad andare all’università. Comincia a lavorare come avvocato. Nel 1997 conosce la moglie Victoria, sua collega. Lei fa la campagna di Tony Blair. Ha origini ebraiche e questo giocherà un ruolo fondamentale negli ultimi anni e in un partito accusato di antisemitismo. La coppia ha due figli protetti da una privacy strettissima. Leader del partito dal 2019, Keir Starmer sceglie una via personale per far rinascere un partito devastato e per farlo tornare una scelta possibile per il ceto medio. Arriva a elogiare Margaret Thatcher e definisce la Brexit, «una opportunità da perfezionare».

Durante la campagna elettorale ha tenuto a sottolineare le sue origini operaie, menzionando ripetutamente durante i dibattiti televisivi che suo padre era un attrezzista e sua madre un’infermiera.

In effetti, la sua associazione con la politica di sinistra è di lunga data: condivide il suo raro nome di battesimo con Keir Hardie, che fondò il Partito laburista alla fine del XIX secolo.

Nel 2015 è diventato deputato per la circoscrizione di Camden, a nord di Londra, dove nel 2019 ha ottenuto quasi il 65 per cento dei voti, un buon risultato per un’elezione che altrimenti ha visto perdite consistenti per i laburisti.

In questi anni il nuovo premier britannico ha anche accumulato esperienza sulle questioni europee, essendo stato il portavoce di Corbyn per la Brexit dal 2016 al 2020, un periodo in cui il fervore politico sui risultati del fatidico referendum del Regno Unito era al suo apice.

Ha sostenuto le ragioni della permanenza nell’Ue e poi ha ripetutamente spinto il governo conservatore a presentare una strategia di uscita più sviluppata o addirittura a indire un ulteriore referendum sulla questione.

Tuttavia, il programma elettorale di Starmer non prevede il ritorno al mercato unico o all’unione doganale dell’Ue, anche se ha dichiarato che vorrebbe migliorare il “pasticciato” accordo sulla Brexit di Boris Johnson.

Regno Unito, Starmer è un pragmatico su Europa e ambiente

Non è l’unica area in cui Starmer ha mostrato una notevole dose di pragmatismo all’avvicinarsi della possibilità di una vittoria elettorale.

La sua recente marcia indietro sull’impegno a finanziare investimenti verdi per 28 miliardi di sterline (33 miliardi di euro) all’anno, un’inversione di rotta che secondo lui era necessaria per far quadrare i conti, è stata criticata dai sindacati e dagli ambientalisti.

Inoltre, non è riuscito a risanare i rapporti con la sinistra del suo stesso partito, in particolare con Corbyn, che Starmer ha sospeso dal partito a causa di uno scandalo di antisemitismo.