Oggi è morto il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh: è stato ucciso a Teheran in seguito a un attacco missilistico israeliano. L’attacco è avvenuto intorno alle 2 di notte ora locale, colpendo la residenza dove Haniyeh si trovava per partecipare alla cerimonia di insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Haniyeh è stato ucciso insieme a una delle sue guardie del corpo. L’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha rivendicato l’attacco come parte delle sue operazioni contro i leader militanti considerati una minaccia per la sicurezza nazionale israeliana.
Storia del leader di Hamas e della sua organizzazione: chi era Ismail Haniyeh e perchè è morto?
Ismail Haniyeh, nato nel 1963 nel campo profughi di al-Shati a Gaza, era una figura prominente di Hamas e un leader carismatico del movimento. Nato da genitori rifugiati che fuggirono dalla città di Asqalan durante la creazione dello Stato di Israele nel 1948, Haniyeh crebbe in condizioni difficili e lavorò in giovane età per supportare la sua famiglia. Studiò presso l’Islamic University of Gaza, dove si laureò in letteratura araba nel 1987
Durante i suoi studi, Haniyeh si avvicinò alla Fratelli Musulmani. Successivamente aderì a Hamas al momento della sua fondazione. Nel corso degli anni, scalò i ranghi del movimento, diventando un collaboratore stretto del co-fondatore Ahmed Yassin. Dopo essere stato arrestato e deportato più volte dalle autorità israeliane, Haniyeh divenne una figura di spicco nel panorama politico palestinese. Nel 2006, guidò Hamas alla vittoria nelle elezioni legislative palestinesi, diventando Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, un incarico che mantenne fino al 2007.
Hamas, acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya (Movimento di Resistenza Islamica), è un’organizzazione palestinese di matrice islamica fondata nel 1987 durante la prima Intifada. Originariamente un ramo della Fratellanza Musulmana, Hamas si distinse per la sua resistenza armata contro l’occupazione israeliana e il rifiuto di riconoscere lo Stato di Israele. Il movimento è noto per le sue operazioni militari, ma ha anche una vasta rete di servizi sociali che includono scuole, ospedali e altre infrastrutture sociali nella Striscia di Gaza.
Chi potrebbe averlo ucciso?
Dopo la vittoria elettorale del 2006, le tensioni tra Hamas e Fatah (il principale partito politico palestinese) portarono a un conflitto armato che culminò nel 2007 con la presa di controllo della Striscia di Gaza da parte di Hamas. Da allora, Gaza è stata governata da Hamas, mentre Fatah mantenne il controllo della Cisgiordania. La divisione ha complicato ulteriormente il processo di pace israelo-palestinese e ha portato a una serie di conflitti armati con Israele.
Infatti, l’attacco che ha portato alla morte di Ismail Haniyeh è stato attribuito a Israele. Le autorità israeliane hanno giustificato l’operazione come parte della loro campagna di sicurezza contro i leader militanti che considerano responsabili di attacchi terroristici contro cittadini israeliani. L’IDF ha un lungo storico di operazioni mirate contro figure chiave di Hamas e altre organizzazioni militanti. Questi attacchi sono spesso giustificati come misure preventive per proteggere la sicurezza nazionale di Israele.
Cosa succederà a Gaza ora che il leader di Hamas è morto?
La situazione nella Striscia di Gaza è estremamente complessa e tesa. La regione è sotto un rigido blocco imposto da Israele ed Egitto dal 2007, che ha portato a gravi condizioni umanitarie per la popolazione civile. La disoccupazione è alta, e c’è una grave carenza di beni di prima necessità, energia elettrica e servizi sanitari. Gli scontri armati tra Israele e Hamas sono frequenti, con periodi di intensa violenza che alternano a cessate il fuoco fragili. Ogni escalation di violenza ha un impatto devastante sulla popolazione civile, che già vive in condizioni di grande difficoltà.
La morte di Ismail Haniyeh rappresenta una significativa escalation nel conflitto israelo-palestinese e potrebbe avere gravi ripercussioni sulla stabilità della regione. Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, con l’Iran e altri gruppi filo-palestinesi che hanno condannato l’attacco e promesso ritorsioni. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione, consapevole che un’ulteriore escalation potrebbe portare a una nuova ondata di violenza e instabilità nella regione. Ma cosa intendiamo con “esclation”?
Hamas, avendo perso uno dei suoi leader principali, potrebbe quindi cercare di rispondere con attacchi contro Israele, intensificando così il ciclo di violenza. Questo potrebbe oltretutto portare a una nuova operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, con conseguenti vittime civili e ulteriori danni infrastrutturali.
Le reazioni dei principali attori internazionali:
L’Iran, che ha ospitato Haniyeh al momento della sua morte, potrebbe intensificare il suo supporto a Hamas e ad altri gruppi militanti nella regione. Teheran potrebbe vedere questo attacco come una provocazione diretta e una minaccia alla sua influenza regionale, potenzialmente rispondendo con un aumento del sostegno logistico e militare ai gruppi armati filo-iraniani in Libano e in Siria.
Hezbollah, alleato stretto dell’Iran, potrebbe aumentare le sue operazioni contro Israele lungo il confine libanese, cercando di esercitare pressione su Tel Aviv in coordinazione con Hamas. Questo potrebbe aprire un nuovo fronte di conflitto, aumentando ulteriormente la tensione nella regione.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha definito l’uccisione di Haniyeh:
un atto codardo e uno sviluppo pericoloso.
invitando il popolo palestinese all’unità e alla resistenza contro l’occupazione israeliana. Sami Abu Zuhri, un funzionario di Hamas, ha dichiarato:
L’assassinio del leader di Hamas rappresenta una grave escalation che non raggiungerà i suoi obiettivi.
Ha aggiunto che l’atto non passerà inosservato e che Hamas continuerà la sua lotta. Il capo del comitato rivoluzionario supremo dei ribelli Houthi dello Yemen, Mohammad Ali al-Houthi, ha definito l’uccisione:
un atroce crimine terroristico e una violazione delle leggi e dei valori ideali.
Ora che è morto il leader di Hamas cosa resta da fare?
Hamas potrebbe trovare difficoltà nel sostituire rapidamente un leader di spicco come Haniyeh. Ciò ovviamente potrebbe portare a lotte interne per il potere. Tuttavia, è probabile che il movimento utilizzi questa occasione per rafforzare il suo impegno nella resistenza contro Israele, cercando di consolidare il supporto popolare nella Striscia di Gaza e tra i palestinesi della diaspora.
La morte di Ismail Haniyeh apre una nuova fase di incertezza e potenziale violenza nella già complessa geopolitica del Medio Oriente. Le reazioni da parte di Hamas, Iran e altri attori regionali determineranno in gran parte i futuri sviluppi. La comunità internazionale, pur condannando l’atto, dovrà navigare con cautela per evitare un’ulteriore escalation del conflitto.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine