Più o meno esattamente un anno dopo la clamorosa fuga dal combattimento con Mark Zuckerberg, Elon Musk ha accettato l’apparente invito del presidente venezuelano Nicolás Maduro a combattere fisicamente dopo che la persona più ricca del mondo lo ha ripetutamente attaccato per quelli che ha definito “gravi brogli elettorali” nel Paese e definendolo un “dittatore” su X. In seguito agli attacchi di Musk, Maduro avrebbe dichiarato alla televisione nazionale venezuelana: “Volete combattere? Facciamolo. Elon Musk, sono pronto. Non ho paura di te. Combattiamo, ovunque tu voglia”. “Se vinco io, si dimette da dittatore del Venezuela”, ha scritto Musk su X, prima di aggiungere l’offerta: “Se vince lui invece gli do un passaggio gratuito per Marte”.

La sfida di Maduro è arrivata dopo aver definito Musk una minaccia per il Venezuela, etichettandolo come “la rappresentazione dell’ideologia fascista, anti-naturale, anti-società” e minacciandolo vagamente dicendo: “Chiunque si metta con me si secca”. Nelle ore successive Elon Musk ha rincarato la dose, come da copione e anzi seguendo alla lettera il medesimo copione della volta precedente: “Maduro è un grosso e probabilmente sa come combattere, quindi questo sarebbe un vero combattimento. Zuck è un tizio piccolo, quindi sarebbe stato un combattimento breve”.

Elon Musk sfida Maduro su X

Dopo giorni di manifestazioni di piazza contro la sua rielezioni, il presidente venezuelano Maduro ha parlato difendendo il risultato del voto, considerato dalla comunità internazionale poco trasparente, e attaccando gli Stati Uniti. “Hanno mandato i criminali, i criminali pagati che li ripagano con droga e dollari, con miliardi di dollari. Questi cosiddetti commandos“. “Pensavano di creare una situazione di terrore. Certo, hanno provocato terrore, ma una cosa è provocare terrore e un’altra è generare paura. La gente era indignata. La gente era allarmata da ciò che vedeva su tutti i social network e su tutti i social che Elon Musk e Zuckerberg e TikTok avevano messo in piedi per diffondere la violenza“. Negli scontri con la polizia degli ultimi giorni sono morte 11 persone e la tensione per ora non accenna a diminuire.

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