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Ottobre 30, 2024, mercoledì

Oro per le azzurre del volley, ma ritorna la polemica sterile su Paola Egonu: “Non ha i tratti somatici italiani”

La giornata conclusiva delle Olimpiadi con la vittoria delle azzurre del volley, che conquistano la medaglia d’oro per la prima volta nella storia dei Giochi, non sono sufficienti a smorzare le polemiche politiche sull‘italianità di alcune atlete e sul Cio, ‘reo’ di aver ammesso al torneo femminile di boxe la pugile iperandrogina algerina Imane Khelif. Se tutta la politica, nessuno escluso, gioisce per la vittoria del volley ‘rosa’, allargando i complimenti a tutti gli atleti italiani, le opinioni divergono sulla ‘origine’ di alcune atlete. E al centro della polemica torna la pallavolista Paola Egonu, già vittima di alcune considerazioni fatte dal generale Roberto Vannacci, eletto a Bruxelles nelle liste della Lega.

Proprio il generale, complimentandosi con le azzurre del volley, torna sulla questione e ribadisce: “Sono contentissimo che la squadra italiana abbia vinto e faccio i complimenti a tutte le atlete, anche a Paola Egonu che è una bravissima atleta, italiana. Non ho mai messo in dubbio la sua italianità, ma continuo a ribadire che i suoi tratti somatici non rappresentano la maggioranza degli italiani”.

I “tratti etnici” di Paola Egonu non sono l’unico tema di polemica

Ma i “tratti etnici” di Paol Egonu non sono l’unico tema a far discutere. Torna nel mirino anche il Cio, dopo le polemiche sull’incontro tra la pugile italiana Angela Carini e l’algerina Khelif, oro nella sua disciplina. E’ sempre Vannacci a rinfocolare la discussione: “Il Cio è altamente politicizzato: infatti si è rifiutato di fare analisi genetiche necessarie per capire chi è donna e chi non lo è”, afferma.

E anche la ministra Eugenia Roccella, in un lungo post su Facebook, affronta la questione. La titolare delle Pari opportunità premette: “Le Olimpiadi hanno segnato un nuovo salto di qualità nell’attacco alle donne”. Roccella quindi spiega: “Nel cuore dell’occidente, un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è stata squalificata per aver mostrato la scritta ‘Liberate le donne afghane’ al termine della sua prova. E il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach ha affermato che non ci sarebbe un sistema ‘scientificamente solido’ per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa medaglia, che non è certo una medaglia olimpica ma è quella di un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole nell’identità”.

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