Kamala Harris sorprende e mette in difficoltà l’arrogante Donald Trump, ma la strada verso la Casa Bianca resta incerta. La sfida degli USA mette in luce una nazione che, come sempre, deve risolvere come contraddizioni.
Negli ultimi giorni, Donald Trump ha tenuto un comizio ad Asheboro, North Carolina, protetto da pannelli antiproiettile. Questo evento, il suo primo all’aperto dopo l’attentato di Butler, Pennsylvania, lo scorso mese, lo ha mostrato come intrappolato in una sorta di “scatola di vetro”. Questa immagine è simbolica della sua attuale posizione nella campagna elettorale, dove sembra bloccato in una situazione complessa creata da Kamala Harris e dai democratici, da cui fatica a uscire.
La strategia di Harris contro Trump:
Recentemente, si è discusso di come le possibilità di vittoria di Kamala Harris alle elezioni presidenziali dipendano dalla sua capacità di unire l’elettorato democratico, infondendo entusiasmo tra chi è insoddisfatto della candidatura di Joe Biden, e conquistare il favore degli elettori moderati. Dalla fine di luglio, Harris sembra aver raggiunto entrambi gli obiettivi in modo sorprendente, specialmente se si considera quanto fosse impopolare solo un mese fa.
Un aspetto cruciale della sua strategia è stato risolvere il problema del calo di consensi tra gli elettori afroamericani e latinoamericani. Questo era un aspetto che aveva pesantemente penalizzato Biden. Da quando Harris è diventata la candidata democratica, il sostegno di questi gruppi è tornato a livelli simili a quelli delle elezioni precedenti. Questo ha cambiato radicalmente le dinamiche elettorali. Questo rinnovato appoggio potrebbe renderla competitiva in stati come Georgia, North Carolina, Arizona e Nevada, dove il voto delle minoranze è determinante.
Harris è stata aiutata dalla sua entrata improvvisa nella corsa, che ha messo in evidenza un contrasto netto con Biden, specialmente a livello generazionale. La sua energia ha attirato il sostegno di giovani e donne, gruppi che erano più distanti dalla candidatura di Biden. Considerando molte posizioni critiche di Harris, probabilmente le ha giovato l’impegno impegno a favore della libertà di scelta sull’aborto.
Harris vira verso il centro per competere con Trump:
Il successo di Harris si estende anche agli elettori indipendenti, che tendono a essere più moderati. La sua ascesa ha contribuito a farla percepire come razionale e equilibrata. Questo ha inaspettatamente risposto a tono alla crescente popolarità di Trump, che invece gioca su toni opposti. Inoltre, il cambio di comunicazione della campagna elettorale democratica, con Harris come volto del futuro. Ciò ha reso i democratici più credibili agli occhi di chi è stanco della polarizzazione politica.
Il confronto tra Harris e Trump è anche una battaglia di posizionamento politico. Harris ha scelto di distanziarsi da alcune delle sue posizioni più radicali del 2020, presentandosi come una candidata più morigerata. Questo spostamento verso il centro non ha causato fratture nel partito. Anzitutto perché va considerato che gli USA non sono un paese di sinistre radicali. Harris cerca, con un colpo al cerchio e uno alla botte, di gestire le pressioni per un’agenda più progressista, che si sono attenuate. Infine, ha giocato un ruolo cruciale la paura, un sentimento che in politica è sempre vincente (purtroppo). Il timore di una vittoria di Trump ha, ovviamente, unito i democratici.
Sembra sia una vera e propria sfida senza esclusione di colpi:
Recentemente, alla convention democratica di Chicago, Harris ha proposto un futuro più positivo e unito. Questo approccio ha tolto a Trump l’attenzione di cui ha bisogno, spingendolo a comportamenti sempre più estremi e autodistruttivi. Nonostante i progressi di Harris, Trump mantiene un certo vantaggio. Continua ad essere avvantaggiato sui “cavalli di battaglia” come la sicurezza delle frontiere. I sondaggi mostrano che gli elettori sono ancora divisi su chi sia più adatto a gestire l’economia. Harris ha guadagnato terreno tra gli indecisi, ma non ha ancora convinto una parte significativa dei sostenitori di Trump a cambiare idea.
L’elezione si preannuncia ancora molto combattuta, con Harris leggermente favorita, ma la campagna elettorale è ancora lunga e può riservare molte sorprese. Al momento, secondo le previsioni di Nate Silver, Harris ha un 52,8% di probabilità di vincere, contro il 46,9% di Trump. Harris dovrà continuare a dimostrare non solo di saper combattere Trump, ma anche di avere una visione chiara e convincente del futuro che intende costruire, per comunicare efficacemente ad un’America ancora esitante verso un cambiamento più radicale.
Una battaglia di posizionamento e un crocevia politico per gli USA:
La sfida tra Harris e Trump non rappresenta solo uno scontro tra due candidati, ma un riflesso delle profonde divisioni che attraversano la società americana. Da un lato, Harris incarna la speranza di un rinnovamento politico, una voce che cerca di superare l’inerzia e il cinismo che hanno caratterizzato la politica degli ultimi anni. Dall’altro, Trump rappresenta un ritorno al passato, un tentativo di mantenere vivo un movimento basato sulla paura e sullo scontento.
Tuttavia, è importante riconoscere che Kamala Harris non è la scelta ideale per un cambiamento radicale negli Stati Uniti. La sua candidatura, pur energica e promettente, rimane una risposta moderata in un momento in cui il Paese sembra ancora non pronto per una svolta a sinistra più decisa, come quella rappresentata da figure come Bernie Sanders. La realtà è che, per contrastare efficacemente Trump e le sue politiche divisive, una figura come Harris appare al momento l’unica opzione praticabile.
Questa elezione è un crocevia per gli Stati Uniti: da una parte c’è la possibilità di costruire un futuro più inclusivo e progressista, dall’altra il rischio di precipitare in una spirale di divisioni ancora più profonde. Harris, con la sua capacità di parlare a diverse fasce dell’elettorato e di affrontare con coraggio temi difficili come l’immigrazione e i diritti civili, potrebbe essere la leader in grado di portare il Paese oltre le fratture degli ultimi anni.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine