Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso. In ambienti della maggioranza erano circolate voci di dimissioni per la vicenda legata a Maria Rosaria Boccia, sua (mancata) consigliera al ministero. «Caro presidente, cara Giorgia – scrive il ministro nella lettera di dimissioni indirizzata alla premier Meloni -, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da ministro della Cultura».

Dopo aver tentato di resistere, la situazione è precipitata nelle ultime ore, dopo le interlocuzioni tra via del Collegio Romano, sede del dicastero, e palazzo Chigi.

Sangiuliano si è dimesso, cosa è successo in poche parole

Maria Rosaria Boccia si era qualificata come sua collaboratrice dandone notizia sui suoi canali social il 26 agosto scorso, con un post in cui ringraziava Sangiuliano per averla nominata «Consigliera del Ministro per i Grandi Eventi». Il ministero aveva inizialmente smentito l’attribuzione dell’incarico, ma da quel momento era iniziata una controversia tra Boccia, i collaboratori del ministro e Sangiuliano stesso. Boccia aveva continuato per giorni a pubblicare sui social documenti, foto, screenshot, frammenti di video e registrazioni di telefonate che smentivano le ricostruzioni ufficiali e informali del ministero della Cultura, mettendo in mostra la sua vicinanza al ministro e al suo staff.

Il 2 settembre era intervenuta Meloni, che aveva detto di fidarsi della versione di Sangiuliano, secondo cui il ministero non avrebbe speso soldi pubblici per Boccia, né lei avrebbe avuto accesso a documenti riservati. Tuttavia lei aveva continuato a pubblicare post e storie su Instagram per dimostrare il contrario: aveva pubblicato, tra le altre cose, documenti relativi alla visita agli scavi di Pompei da parte dei ministri della Cultura del G7, in occasione della loro riunione prevista per il prossimo 20 settembre.

Il 3 settembre Meloni aveva convocato Sangiuliano a Palazzo Chigi per chiedergli ulteriori chiarimenti. Durante il colloquio, durato circa un’ora e mezza, il ministro aveva rinnovato le sue rassicurazioni. Poi aveva ribadito la sua versione in una lunga intervista al Tg1 in cui aveva detto che non erano mai stati spesi soldi pubblici per Boccia, ammettendo però di aver avuto una relazione con lei. Boccia aveva continuato a rispondere accusando Sangiuliano di mentire, prima tramite storie e post su Instagram, poi con una lunga intervista alla Stampa, in cui aveva detto che Sangiuliano sarebbe sotto ricatto e di aver spesso viaggiato con le auto di scorta del ministro.