Dietro il divano – La vera storia di Friends è il saggio di Riccardo Marziali sulla leggendaria serie della Nbc andata in onda dal 1994 al 2004. Una lettura ideale per i fan di Rachel, Ross, Chandler, Phoebe, Monica e Joey.
Dietro il divano – La vera storia di Friends, arriva il saggio sulla leggendaria sit-com
Una serie che è stata simbolo ed è diventata, nel tempo, un vero e proprio fenomeno di costume. Con il saggio di Dietro il divano – La vera storia di Friends, l’autore Riccardo Marziali ripercorre la storia dei sei amici più noti degli anni ’90. La serie, che è andata in onda fino al 6 maggio 2004, è un cult delle sit-com e in questo saggio Marziali non solo ne ripercorre la storia ma analizza i sei protagonisti. Come riporta l’ANSA prima fra tutti è Rachel Green, interpretata da Jennifer Aniston, iconica nella sua apparizione durante l’episodio pilota della serie mentre fa il suo ingresso al Central Perk vestita da sposa:
“Una ragazza viziata, che non conosce niente del mondo e che vuole entrarci, che vuole essere indipendente dai genitori e dal futuro che le hanno assegnato, ma che comunque fatica a staccarsi da quel tipo di vita”.
Sempre sull’ANSA si legge:
”[…]Rachel non può fare a meno di una cosa, l’unica in cui non ha davvero rivali: la moda. I fan hanno contato 703 outfit diversi all’interno dei 236 episodi, una media impressionante, specie per un personaggio che nelle prime due stagioni e mezza può mantenersi soltanto col suo lavoro da cameriera”
Il pensiero speciale dedicato a Matthew Perry
Successivamente, si prosegue con gli altri protagonisti della sit-com. L’autore nelle pagine finali del saggio, come riportato da ANSA, dedica un pensiero a Matthew Perry (Chandler) morto lo scorso ottobre:
”Chandler, e Matthew Perry, rappresentavano tutto quello che io ero e che forse un po’ mi vergognavo di essere. Vedendo Chandler sullo schermo avevo riconosciuto in lui tutte le mie insicurezze, i miei dubbi e i timori riguardo al futuro, i miei meccanismi di difesa. Aveva un modo talmente brillante, talmente perfetto, di recitare l’imbarazzo e l’inadeguatezza, da riuscire a farmi fare pace con questa parte di me, e ammiravo talmente tanto il suo umorismo che, senza quasi rendermene conto, avevo iniziato, per quanto lo permetteva la barriera linguistica, a intonare le frasi come lui”.
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