La Procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per il segretario della Lega Matteo Salvini in merito al processo sul caso Open Arms. “I ministri Trenta e Toninelli e il premier Conte nell’agosto del 2019 ritennero di intervenire, i ministri non controfirmando il decreto interdittivo, anzi la ministra Trenta si era premurata per i minori. Essere alleati non significa essere correi”.
Così il procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella proseguendo la requisitoria al processo Open Arms a carico di Matteo Salvini accusato di sequestro di persone e rifiuti di atti d’ufficio.
Nella sua requisitoria, il pm Ferrara ha elencato in punta di diritto le ragioni per cui chiede la condanna dell’allora titolare del Viminale, ribadendo alcuni principi chiave del soccorso in mare: “La persona in mare è da salvare, in tal senso è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio oppure passeggero. Per il diritto internazionale anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato, la giustizia farà il suo corso successivamente, se è il caso. Le Nazioni Unite hanno stabilito che la rotta del mediterraneo centrale è la più pericolosa del mondo, chiedendo collaborazione nelle operazioni di ricerca e salvataggio e mettendo come prioritaria proprio la tutela della vita dei naufraghi”. Poi ha continuato: “Anche una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che soltanto la terraferma corrisponde alla definizione di POS, porto sicuro, dunque il salvataggio non può considerarsi compiuto se le persone sono ancora a bordo della nave. Una nave in balìa delle onde non è un posto sicuro […] Va anche detto che non tutti i Paesi possono essere considerati un porto sicuro, perché non in tutti vigono le regole democratiche e il rispetto dei diritti umani. La Libia e la Tunisia non sono Paesi in cui si può applicare il concetto di POS. Lo dice anche l’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi che nella sua testimonianza ha riferito che i centri in Libia sono sicuramente centri illegali”. Un concetto che ribadirà anche in chiusura: “C’è un principio chiave e che non è discutibile: tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato sono i diritti umani che nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, devono prevalere“.
Il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella, al termine della requisitoria del processo Open Arms, durata circa sette ore, ha chiesto la condanna a sei anni per il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e di rifiuto di atti d’ufficio. “Ci accingiamo a chiedere la condanna dell’imputato”, spiega Sabella, ricordando i 147 migranti parte offesa del processo, “oltre che per difendere i confini del diritto…”, ha detto. “Il diniego volontario e consapevole” di Matteo Salvini a concedere il porto ai migranti sulla Open Arms “ha leso la libertà personale di 147 persone per nessuna apprezzabile ragione”, ha detto