Una rivoluzione nel mondo del vino: è quella che si è innescata con la produzione del Ciliegiolo, che ha dato vita a un importante cambiamento in virtù delle novità che nella seconda metà degli anni Ottanta sono state apportate nel settore da Rascioni Cecconello. Da più di 30 anni, dunque, il Ciliegiolo si è guadagnato il ruolo di simbolo della Maremma, dal punto di vista enologico e non solo, grazie agli alti standard di qualità che può vantare. In particolare, il lancio del Poggio Ciliegio ha permesso a tale vitigno tradizionale di rappresentare il punto di partenza per vino classico, noto oltre che nel nostro Paese anche all’estero per le sue peculiarità organolettiche e per il suo carattere puro, frutto della produzione biologica che permette di realizzarlo. Ecco, quindi, che Rascioni e Cecconello ha avviato una mission che più di qualcuno ha descritto come pionieristica; quel che è certo è che questa cantina ha dimostrato di riservare una notevole fiducia nelle capacità di tale vitigno.

La qualità di Poggio Ciliegio

Nel giro di breve tempo, il Poggio Ciliegio è stato in grado di far vedere un alto livello di qualità, e non a caso si è guadagnato i complimenti di numerosi critici ed esperti del settore. In effetti, sono stati tanti gli appassionati di vino che si sono avvicinati al Ciliegiolo sia in Italia che all’estero; la diretta conseguenza è stata rappresentata dagli attestati di merito e dai premi che gradualmente sono giunti, con riconoscimenti arrivati anche da guide enologiche di prestigio. Qualche nome? Basti menzionare la Guida L’Espresso, Wine Spectator e Robert Parker. In più Luigi Veronelli, uno dei nostri critici più famosi, ha assegnato il Sole Veronelli; un motivo di vanto per il Poggio Ciliegio, senza dimenticare che in varie occasioni Veronelli ha messo in evidenza il notevole lavoro compiuto dalla cantina.

Un vitigno dimenticato

La storia del Poggio Ciliegio non può lasciare indifferenti gli appassionati del settore; se non altro perché è la storia di un vitigno che in un primo momento era caduto nel dimenticatoio prima di essere protagonista di un fortunato e importante recupero. Il motivo deve essere attribuito a Vinicia Rascioni e a Paolino Cecconello, la cui guida competente e meticolosa ha consentito di pianificare e di portare a termine significativi investimenti nel Ciliegiolo. Ecco, dunque, che un pubblico ampio e variegato ha avuto l’opportunità di entrare in contatto con le caratteristiche migliori di tale uva. Il periodo di rinascita del Poggio Ciliegio risale alla fine degli anni ’80; nel giro di poco tempo, il nome del Ciliegiolo ha goduto di una vasta risonanza nel mondo enologico toscano e italiano. Il marchio di Rascioni e Cecconello, intanto, è cresciuto ottenendo una fama internazionale guadagnando riscontri interessanti da parte della critica e più di un riconoscimento.

Il Poggio Ciliegio: morbido e fruttato

La morbidezza è una delle caratteristiche più interessanti del Poggio Ciliegio, che si caratterizza per un apprezzabile aroma fruttato. Il bouquet variegato al naso denota un costante alternarsi di note di frutti rossi e ciliegia, ma è facile percepire anche erbe aromatiche e spezie. Non meno seducente è la colorazione, con riflessi rubino che, in base all’età, spaziano tra il granata e il violaceo. Si tratta, nel complesso, di un vino che esprime in maniera intensa, pura e credibile il terroir della Maremma Toscana, capace di soddisfare il palato attraverso una complessità più che piacevole: proprio come il territorio da cui arriva. Chi ha la possibilità di assaggiare un calice di Poggio Ciliegio al giorno d’oggi si gode l’occasione di entrare in contatto con la magia di una cantina che punta su una produzione biologica.

Rascioni e Cecconello: investimenti e crescita costanti

Con il trascorrere degli anni, Rascioni e Cecconello si è rivelata una cantina in grado di affrontare passi in avanti molto significativi. Ciò ha portato a un aumento della popolarità del Ciliegiolo e del suo nome, che è diventato sempre più famoso non solo in Toscana ma anche nel resto d’Italia. Un premio dovuto per una realtà che ha saputo promuovere la qualità di questo rosso e farlo conoscere al punto che ora il Ciliegiolo fa parte a buon diritto del patrimonio dei gioielli enologici del nostro Paese.