Il lusso cresce e guarda ad un nuovo modello creativo che coinvolge nuove arti estetiche. Tra questi la cinematografia contemporanea è la co-protagonista di questa nuova apertura che riguarda l’abito e la sua presentazione. Il primo brand ad aver costruito una connessione è Chanel che sin dai tempi del suo primo direttore creativo ha lavorato ad una immagine cinematografica della maison.

Chanel: la narrazione dell’abito

Il tempo riporta il lusso a ricordi storici connessi all’eredità artistica dei brand. Questo è il caso di Chanel è la crescente vicinanza alla cinematografia d’autore, con figure autorevoli della regia che collaborano con gli stessi designer. Per la maison questo è un tema più che noto perché si fonda la presentazione delle collezioni che si muovono in cornici da set cinematografico. Questo grazie alle connessioni artistiche istituite dalla maison negli anni, che lavorano sulla realizzazione di un prodotto storico ma contemporaneo.

Lusso - Photo Credits elle.com

Il nuovo progetto

La storia della maison, da quella degli anni ‘60 con i contatti con i grandi attori ed attrici, a quella contemporanea con registi ed autori, si è sempre mostrata vicina alla cinematografia. Lo mostra anche adesso con l’ultimo appuntamento Festival Film dei Medici, al quale contribuisce direttamente con una programmazione personale. A tal riguardo il responsabile del progetto dice:

‘’con Chanel l’obiettivo è sempre stato quello di coinvolgere il pubblico della maison in eventi esterni. Anche la cinematografia contribuisce in questo. Verranno presentati due appuntamenti: un talk ed un video realizzato per l’evento. Il nostro obiettivo è allungare il percorso comune della maison e della regia d’autore’’

ribadendo il rapporto storico del brand con tutte le forme creative. Alcune delle quali che riguardano direttamente l’abito.

I nuovi scenari

Il brand riporta all’attenzione del grande pubblico anche il concetto di ‘’valorizzazione’’. Quello stesso concetto su cui lavora il luxury. Il prodotto cresce così in uno scenario multidisciplinare. E se lo spazio creativo definisce il prodotto, quest’ultimo si deve muovere in uno sempre più ampio.

Luca Cioffi

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