Uno stile di vita sano viene messo a dura prova dall’utilizzo continuo e smodato dei dispositivi elettronici, ma imporsi dei limiti può diventare una strada in salita a tutte le età.

Quanto incide sulla salute un uso smodato dei dispositivi digitali? Molti pediatri e scienziati non hanno dubbi nell’affermare che l’assenza di limiti temporali nell’utilizzo di smartphone e tablet rischia di generare conseguenze negative, soprattutto nei giovanissimi.
A subire danni, infatti, sarebbero la salute degli occhi, il benessere mentale e la stessa produttività sul lavoro, tanto che in alcuni casi si parla di vere e proprie dipendenze tecnologiche, un fenomeno destinato a crescere anche in futuro.

Ma qual è la percezione dei rischi dell’abuso dei device da parte delle diverse generazioni? Se da un lato aumenta la consapevolezza dell’importanza di trovare un equilibrio nella propria vita digitale, dall’altro lato sono in tanti a considerare questo obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere. Un’opinione condivisa da giovani e meno giovani, come dimostra un sondaggio condotto da dagli esperti di ExpressVPN.

Dipendenza tecnologica: quali rischi comporta?

Uno stile di vita sano può essere messo a dura prova dall’utilizzo continuo e smodato dei dispositivi elettronici, tanto da provocare disturbi e stati d’ansia che possono sfociare in veri e propri malesseri a tutte le età.
Focalizzando l’attenzione sugli adulti, la pretesa di restare sempre connessi rischia di ripercuotersi negativamente sulle prestazioni professionali e sulle relazioni sociali, generando un forte stato di stress difficile da gestire.

Nei più piccoli, inoltre, il tempo trascorso a stretto contatto con i device digitali impedisce spesso di stare all’aria aperta, un’abitudine considerata sana e benefica. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ad esempio, nei giovanissimi è importante limitare l’uso dei dispositivi a meno di 2 ore al giorno.
Oltre ai possibili fastidi alla vista arrecati dalla luce blu prodotta dagli schermi, tra gli effetti negativi compaiono anche mal di testa, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, nervosismo e irritabilità.

Benefici della disconnessione: focus sui minori

Un recente studio pubblicato sul prestigioso Journal of the American Medical Association, in particolare, ha messo nero su bianco gli esiti di un test molto particolare che ha coinvolto un campione di oltre 80 famiglie.
Limitando l’uso dei dispositivi elettronici da parte dei bambini a sole tre ore alla settimana, per quindici giorni consecutivi, i benefici sono stati davvero sorprendenti: meno problemi comportamentali, meno difficoltà di addormentamento e soprattutto un netto miglioramento delle interazioni sociali.

Tra i colossi tech qualche passo in avanti verso un maggiore controllo sulle attività social dei minori non ha tardato ad arrivare. Meta, ad esempio, ha da poco annunciato l’introduzione degli account Instagram per gli under 16 con impostazioni di protezione integrate che prevedono alcune limitazioni anche in termini di tempo trascorso sulla piattaforma.
I genitori potranno imporre maggiori restrizioni anche impostando l’uscita dalla App dopo 60 minuti di utilizzo quotidiano e la sospensione automatica nelle ore serali e notturne).

Device digitali e gestione del tempo: generazioni a confronto

Conducendo un sondaggio negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Germania coinvolgendo una platea di 4mila persone, ExpressVPN ha indagato sulle abitudini digitali che caratterizzano molteplici generazioni, nello specifico gli appartenenti alla Generazione Z (nati dal 1995 al 2010 e successivi), i Millennials (la Generazione Y che comprende i nati tra l’inizio degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta), gli esponenti della Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e i Baby Boomers (nati tra il 1946 e il 1964).

Il primo dato che si evince dalla ricerca è abbastanza scontato: gli smartphone sono i device più difficili da tenere lontani (61%), seguiti dalla TV (23%), dal PC portatile/desktop (21%), dal tablet (12%), dalla console di gioco (6%) e dal visore VR (1%).
Per quanto concerne la capacità di stabilire dei limiti temporali all’utilizzo dei vari schermi, a compiere questo sforzo quotidianamente sono il 17% dei giovani della Generazione Z e il 16% dei Millennials. Se la percentuale scende per la Generazione X (12%), a mostrare le performance migliori è il 18% dei Baby Boomers.
A essere pienamente consapevoli di dover dosare il tempo trascorso usando i dispositivi pur considerandolo troppo difficile, invece, sono soprattutto i giovanissimi della Gen Z (28%), seguiti a breve distanza dal 25% dei Millennials, dal 22% degli appartenenti alla Gen X e dal 12% dei Baby Boomers.

Cos’è il minimalismo digitale e come metterlo in pratica

Un antidoto alla dipendenza tecnologica esiste e si chiama minimalismo digitale. È un nuovo stile di vita basato su un approccio innovativo all’uso dei dispositivi, basato sulla valutazione della loro reale utilità.
Abbracciare il minimalismo digitale, quindi, significa considerare le nuove tecnologie come meri strumenti da utilizzare per raggiungere uno scopo preciso e non come fonti di valore in sé, riprendendo il controllo della propria vita e riappropriandosi del proprio tempo.