Non è più il momento di guardare solo al mercato locale. Nel 2024, per le piccole e medie imprese italiane, l’internazionalizzazione è diventata una necessità imprescindibile. E il digital marketing, secondo l’esperto SEO Roberto Serra, è la chiave per aprire le porte dei mercati globali.
“Le PMI italiane hanno un potenziale enorme, ma spesso non sanno come sfruttarlo a livello internazionale”, afferma Serra in un’intervista esclusiva. “Il digital marketing offre strumenti accessibili ed efficaci per competere anche con i grandi player globali”.
Serra non è nuovo a dichiarazioni audaci. Nel settore del marketing digitale, è noto per il suo approccio innovativo e per la capacità di anticipare le tendenze. La sua agenzia, Roberto Serra SEO Consulting, ha aiutato decine di PMI italiane a fare il grande salto sui mercati esteri. E i risultati parlano da soli.
Ma cosa rende il 2024 così cruciale per l’internazionalizzazione? “La pandemia ha accelerato la digitalizzazione globale”, spiega Serra. “Oggi, un’azienda di Busto Arsizio può vendere i suoi prodotti in Giappone con la stessa facilità con cui li vende a Milano. Ma deve sapere come farlo”.
Il segreto, secondo l’esperto, sta nell’uso strategico degli strumenti digitali. SEO internazionale, campagne sui social media mirate per paese, e-commerce multilingue: sono queste le armi che permettono alle PMI di competere alla pari con i colossi multinazionali.
Un’opportunità particolarmente interessante per le PMI è Google Market Finder, uno strumento gratuito che Serra consiglia vivamente. “Google Market Finder è una risorsa preziosa per le aziende che vogliono espandersi all’estero”, spiega. “Utilizza i dati di ricerca di Google per aiutare le imprese a identificare i mercati più promettenti per i loro prodotti o servizi, fornendo informazioni su domanda, concorrenza e sfide operative in diversi paesi”.
Ma Serra sottolinea che gli strumenti da soli non bastano. “L’analisi di mercato è fondamentale”, insiste. “Prima di lanciarsi in un nuovo mercato, le PMI devono comprendere a fondo le dinamiche locali, le preferenze dei consumatori e il panorama competitivo. Solo così possono definire una strategia chiara e obiettivi effettivamente misurabili”.
E qui Serra tocca un punto dolente: “Troppo spesso vedo imprenditori che, quando si parla di digitale, si lanciano ad acquistare ‘cose’ e servizi senza una vera strategia. È un approccio sbagliato e potenzialmente costoso”.
Invece, l’esperto consiglia di concentrarsi sugli obiettivi: “Le PMI dovrebbero prima definire chiaramente cosa vogliono ottenere dall’internazionalizzazione. Aumentare le vendite del 20% in un nuovo mercato? Migliorare la brand awareness in un paese specifico? Una volta stabiliti gli obiettivi, possono rivolgersi alle agenzie chiedendo come raggiungere questi risultati, non semplicemente di ‘fare marketing digitale'”.
Ma non è tutto rose e fiori. L’internazionalizzazione digitale presenta anche delle sfide. La prima è culturale: molte PMI italiane sono ancora ancorate a modelli di business tradizionali e faticano ad abbracciare la trasformazione digitale. “C’è ancora chi pensa che per vendere all’estero basti tradurre il sito web in inglese”, sorride Serra. “Ma non funziona così”.
La seconda sfida è tecnica. Le competenze digitali sono ancora un punto dolente per molte PMI italiane. Secondo un recente report della European Digital SME Alliance, il 68% delle piccole e medie imprese in Italia lamenta una carenza di personale qualificato in ambito digitale.
“È un problema serio”, ammette Serra. “Ma non insormontabile. Esistono programmi di formazione specifici e piattaforme che permettono di automatizzare molte attività di marketing digitale. L’importante è iniziare”.
E poi c’è la questione dei costi. Molte PMI temono che l’internazionalizzazione digitale richieda investimenti fuori dalla loro portata. Ma Serra è categorico: “Con il digital marketing, si può partire anche con budget ridotti e scalare gradualmente. L’importante è avere una strategia chiara e misurare costantemente i risultati“.
Nonostante le sfide, Serra rimane ottimista. “Le PMI italiane hanno un vantaggio competitivo enorme: la qualità dei loro prodotti e servizi. Il digital marketing è solo lo strumento per far conoscere questa qualità al mondo intero”.
Il messaggio finale dell’esperto SEO è chiaro: “Nel 2024, l’internazionalizzazione digitale non è più un’opzione, ma una necessità. Le PMI che sapranno cogliere questa opportunità potranno non solo sopravvivere, ma prosperare in un mercato sempre più globale e competitivo”.
E voi, siete pronti a far conoscere la vostra azienda al mondo?