Ieri, l’esercito israeliano ha annunciato di avere ucciso Yahya Sinwar, leader di Hamas, ricercato da oltre un anno: Sinwar era ritenuto uno degli ideatori degli attacchi del 7 ottobre, quando i miliziani di Hamas entrarono nel territorio israeliano uccidendo circa 1.200 persone, in gran parte civili israeliani, e prendendo circa 250 ostaggi.

Israele ne ha annunciato l’uccisione nel tardo pomeriggio di giovedì, e nelle ore successive è stato possibile ricostruire come sia stata compiuta. Non è stata un’operazione pianificata e basata su operazioni di intelligence: Sinwar è stato ucciso mercoledì durante un pattugliamento di routine, in cui una brigata di soldati israeliani si è scontrata con quelli che riteneva tre miliziani di Hamas. Solo dopo la fine dell’operazione i soldati hanno notato la somiglianza di uno dei corpi con Sinwar.

Le informazioni sull’operazione provengono per lo più dallo stesso esercito israeliano: vari media internazionali, fra cui il New York Times, le hanno verificate almeno in parte, utilizzando i video e le foto emerse e precedenti informazioni a loro disposizione. Lo scontro in cui è stato ucciso Sinwar è avvenuto intorno a una casa nel quartiere Tel al-Sultan di Rafah, città vicina al confine meridionale della Striscia.

La 828ᵃ brigata dell’esercito israeliano, composta da soldati che stavano svolgendo un addestramento per diventare capisquadra, avrebbe rilevato del «movimento sospetto» al secondo piano dell’abitazione, che è quindi stata colpita dai colpi di artiglieria di un carro armato. Ne è seguito uno scontro con i tre miliziani, in cui l’esercito israeliano ha usato anche alcuni droni.

Giovedì è stato reso pubblico anche un video in cui un drone riprende un uomo ferito, seduto al secondo piano di quell’edificio, che viene identificato dall’esercito come Sinwar: il volto dell’uomo è coperto da una kefiah verde, che poi compare anche nelle foto del cadavere identificato come Sinwar. Nel video si vede l’uomo osservare per qualche secondo il drone, prima di lanciargli contro un oggetto, probabilmente un bastone.

Il corpo è stato successivamente sottoposto a test per confermarne l’identità: impronta digitale, arcata dentale e test del DNA. Sono tutte informazioni che Israele aveva a disposizione dopo la lunga detenzione di Sinwar in un carcere israeliano. In questi mesi test del DNA erano stati effettuati su alcune tracce organiche lasciate vicino ai luoghi di ritrovamento di alcuni ostaggi, permettendo di identificare il passaggio di Sinwar in uno o più tunnel della Striscia. L’esercito israeliano riteneva si nascondesse sottoterra, e che si circondasse degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. È stato invece trovato casualmente, in una situazione completamente diversa.

Nelle ore successive alla conferma della morte sono emersi anche vari video in cui i soldati ispezionavano il cadavere di Yahya Sinwar e una foto degli oggetti che gli sarebbero stati trovati addosso: fra questi armi, denaro israeliano, un passaporto, un pacchetto di caramelle Mentos, un proiettile, un tasbih (una specie di rosario) e un libro di preghiere.

Chi prenderà il suo posto

Diversi esperti sostengono che il fratello di Sinwar, Mohammed, potrebbe assumere il ruolo militare che a Gaza aveva suo fratello maggiore, anche se ci sono molti dubbi che abbia le capacità di prendere il suo posto da leader politico (Sinwar aveva assunto entrambe le cariche, quella di leader di Hamas a Gaza e quella di capo politico del gruppo, dopo l’uccisione di Ismail Haniyieh a luglio). Il movimento potrebbe decidere di non annunciare il suo prossimo leader politico per motivi di sicurezza oppure, per votare un nuovo capo, potrebbe seguire il processo standard di convocazione del Consiglio della Shura, un organo consultivo segreto eletto dai membri di Hamas a Gaza, in Cisgiordania, quelli della diaspora, cioè che si trovano all’estero, e altri che sono detenuti nelle prigioni israeliane.

Una questione su cui molti analisti concordano è che il successore di Sinwar sarà probabilmente qualcuno che si trova all’estero. Potrebbe trattarsi di Khaled Meshal, che ha guidato Hamas dalla fine degli anni Novanta fino al 2017. Meshal attualmente dirige l’ufficio politico di Hamas dei palestinesi della diaspora che ha sede a Doha, in Qatar. Nato in Cisgiordania, nel 1998 è stato avvelenato da alcuni agenti israeliani e dopo essere entrato in coma è stato salvato da un antidoto fornito da Israele come parte di un accordo diplomatico con la Giordania. Meshal ha guidato Hamas dall’esilio spostandosi dal Kuwait alla Giordania, dalla Siria al Qatar. Quando si era dimesso, nel 2017, il suo posto era stato preso da Ismail Haniyeh.

Chi era Yahya Sinwar

Yahya Sinwar aveva 61 anni ed è ritenuto il principale ideatore e organizzatore dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. La sua posizione all’interno di Hamas, già molto elevata, è cresciuta in quest’anno di guerra man mano che i principali dirigenti di Hamas venivano eliminati uno a uno da Israele. Al momento della sua uccisione Sinwar era il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, il leader politico del gruppo, il suo più importante negoziatore e la più prominente figura militare.

La sua uccisione è uno dei principali successi di Israele dall’inizio della guerra, sia per il valore simbolico della morte del più importante leader di Hamas nella Striscia, sia perché la figura di Sinwar sarà molto difficile da sostituire per il gruppo, dato che gran parte della dirigenza di Hamas è stata uccisa da Israele.