50 Cent ha motivato e rafforzato la scelta di schierarsi contro Diddy ed i suoi celebri party, che hanno animato gli anni Duemila. La voce di In Da Club è al lavoro sul documentario Diddy Do It (previsto in arrivo su Netflix), nel quale saranno ricostruiti tutti gli attacchi e denunce rivolte nei confronti del magnate del rap, a seguito di un’ondata di accuse venute alla luce negli ultimi mesi.

L’artista è stato molto esplicito riguardo bufera scatenatasi sul rapper: ad inizio dell’anno Curtis Jackson (vero nome di 50 Cent, ndr), ha attaccato il produttore discografico per il suo video di scuse dopo la denuncia di violenza arrivata dall’ex Cassie Ventura, con la relativa pubblicazione del filmato, nel quale il rapper colpisce la donna rimasta a terra sul corridoio di un hotel. Il 49enne ha motivato la sua scelta di prendere in giro il collega durante i suoi concerti e sui social media, (come quando per esempio ha pubblicato un post raffigurante la bottiglia di un celebre olio per il corpo, rinvenuto in grandi quantità ai celebri party del rapper) in un’intervista esclusiva su People: “Sembra stia facendo cose molto oltraggiose, ma non è così….Sono cose che dico da dieci anni…Sta diventando più evidente per via delle notizie circolanti su Puffy ma a parte ciò dico ‘E’ solo il mio punto di vista perchè sono sempre stato lontano da quella roba, perchè non è nel mio stile”.

50 Cent, le ultime dichiarazioni su Diddy

Sulle pagine di Variety riguardo il docufilm che vedremo su Netflix, Diddy Do It, 50 Cent ha rivelato: “È una storia con un significativo impatto umano. Ha una narrazione complessa effettuata nel giro di decenni, non ci sono solo titoli o clip viste finoraRimaniamo fedeli al nostro impegno di dare voce a chi ne non può esprimersi e presentare le prospettive autentiche in tutte le loro sfumature. Mentre le accuse sono allarmanti, noi vogliamo ricordare a tutti che la storia di Sean Combs, non è quella dell’hip hop e della sua cultura.Vogliamo essere sicuri che i comportamenti individuali non oscurino il grande contributo che questa cultura ha dato”.

È stato reso noto su X uno sneek peak del docufilm sul magnate del rap, nel quale appare la testimonianza di MarK Curry, artista del roster della Bad Boy, label di Diddy. Nel contenuto social, il rapper ha raccontato che l’artista era solito mettere droghe nei flutes di champagne, servito alle donne ospiti dei celebri party. Sean Combs si trova da un mese in stato di fermo al Metropolitan Detention Center di New York: tra i capi d’accusa figurano violenza sessuale ed induzione alla prostituzione. Al rapper è stato negato il rilascio su cauzione a fronte di un pagamento pati a 50 milioni di dollari. L’inizio del processo contro Diddy prenderà ll via il 5 maggio 2025.

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