Un volume edito da La Nave di Teseo racconta la storia di un celebre brand, citato anche da Jay-Z in un suo brano. Si chiama “Iceberg 1974-2024 Rewind-Fast Forward”, e ripercorre mezzo secolo di moda attraverso nascita e sviluppo del marchio di luxury sportswear. Senza dimenticare che è stato uno dei primi marchi al mondo ad aver portato l’universo dei cartoon nella moda, nel 1981. Il segreto del suo successo? Non solo collezioni sempre originali e di tendenza, ma anche un fortissimo legame con la musica. Il volume è curato da Angelo Flaccavento e narrato visivamente da Luca Stoppini. Presenta inoltre un saggio di Flaccavento sull’evolversi delle identità stilistiche del brand, e uno studio di Marta Franceschini sul distretto romagnolo come territorio trainante del Made in Italy e base del successo.
Iceberg racconta in un libro i suoi primi 50 anni nel fashion
In questo libro si raccontano, appunto, le tappe fondamentali della storia del brand. E possiamo ricordare due delle date spartiacque nella storia di Iceberg, come ricordato alla presentazione del libro presso la Triennale Milano da Paolo Gerani. Lui è il figlio dei fondatori di Gilmar, Giuliana e Silvano Gerani. E dice: “Il 1959 segna la nascita dell’azienda come maglificio di alta gamma. Questo grazie a una coppia di visionari, che nei primi anni ’70 aveva intuito un cambiamento nella società: vestire in modo informale il tempo libero. In un’agenzia di talenti a Parigi incontrarono un giovane designer alle prime armi, Jean Charles de Castelbajac. Fu amore a prima vista. Una storia partita nel 1974 e durata 13 anni”.
Lo stesso de Catelbajac aveva infatti dichiarato già come tutto era iniziato. “Non avevo mai disegnato a maglia. Entrato in Gilmar ho trovato un approccio retrò. Volevo fare un’ibridazione, tagliare la maglia come un tessuto per darle una struttura meno confortevole. Poiché amo le cose rigide, dure, funzionali che vengono dal mondo militare, ho creato lo stile Iceberg partendo da questo. Amo la trasgressione, rompere i codici. Quindi abbiamo introdotto la cultura popolare, come la prima maglia Snoopy con il motto shakespeariano ‘to be or not to be’. Non volevo fare moda, volevo fare un manifesto”. Tutto il ricavato dalla vendita del libro verrà devoluto all’Università di Bologna a sostegno dei corsi di laurea culture e pratiche della moda e laurea magistrale in fashion studies del dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
Marianna Soru
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