Buone notizie per Ed Sheeran: la sua Thinking Out Loud non è un plagio di Let’s Get It On di Marvin Gaye. A confermarlo, stando a quanto scritto da Billboard, è la Corte d’Appello degli Stati Uniti. La giuria ha infatti stabilito che le due canzoni condividono solo i fondamentali elementi musicali. Non ci sarebbe dunque stata alcuna violazione di copyright, e il cantautore britannico ha vinto anche in secondo grado.
L’avvocato di Sheeran, Donald Zakarian, ha affermato: «Siamo contenti che la giuria abbia concordato con il giudice il fatto che Ed Sheeran e Amy Wadge non hanno violato Let’s Get It On nel creare Thinking Out Loud, ma lo abbiano fatto in modo indipendente.». Durante la prima fase del processo, il musicista era salito sul banco dei testimoni a Manhattan. In un lungo discorso, aveva dichiarato che, in caso di condanna, avrebbe “chiuso” con la musica. Si era poi detto felice dell’esito della vicenda, ma anche «incredibilmente frustrato per il fatto che affermazioni prive di fondamento come questa possano arrivare in tribunale.» Aveva infine concluso: «È semplicemente sbagliato. Fermando questa pratica possiamo anche sostenere adeguatamente le richieste di diritti d’autore musicali autentici, in modo che le richieste legittime siano giustamente ascoltate e risolte.». Di seguito. i sue brani “incriminati”:
Ed Sheeran VS Marvin Gaye: gli antefatti
Facciamo, però, un passo indietro. Nel 2014 esce X, secondo album in studio di Ed Sheeran. Il terzo singolo estratto è Thinking Out Loud, firmato dallo stesso cantante insieme ad Amy Wadge, che ottiene uno strepitoso successo e vince due Grammy Awards. La stampa, in particolare The Guardian e BBC, nota però una forte somiglianza a Let’s Get It On di Marvin Gaye, scomparso nel 1984 . Nel 2018 la Structured Asset Sales, proprietari parziali dei diritti d’autore di Ed Townsend, che ha co-scritto il pezzo del 1973, intentano una causa verso Sheeran e Wadgge, sostenendo che abbiano copiato una progressione di accordi e il ritmo della canzone di Gaye.
Il primo grado assolve gli autori, che vengono considerati non responsabili dell’eventuale plagio. Venerdì, invece, la Corte d’Appello conferma il giudizio, ritendendo che l’accusa mirasse ad un «un monopolio su una combinazione di due elementi musicali fondamentali.». «La progressione di quattro accordi in questione comune nella musica pop», sentenziano i giudici, «anche se abbinata a un ritmo armonico sincopato, è troppo ben sviluppata nel brano per soddisfare la soglia di originalità richiesta dalla legge sul copyright. Un’eccessiva protezione di tali elementi di base rischierebbe di soffocare la creatività e di minare lo scopo della legge sul copyright.».
Un sollievo, quindi, per Ed Sheeran e per tutte le coppie di sposi, che potranno continuare a usare indisturbati Thinking Out Loud per il loro primo ballo.
Federica Checchia
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