L’Iowa non è uno dei sette stati in bilico per le elezioni Usa del 2024, che comprendono gli stati della Rust Belt (Michigan, Wisconsin e Pennsylvania) e gli stati della Sun Belt (Georgia, Carolina del Nord, Nevada e Arizona). Un sondaggio condotto a settembre in Iowa vedeva Trump in vantaggio di quattro punti su Harris e un sondaggio di giugno gli riconosceva 18 punti sull’allora candidato Joe Biden.
Il sondaggio ha mostrato che le donne stanno favorendo Harris nello Stato. Se fosse vero e confermato più ampiamente, ciò sarebbe significativo poiché la campagna di Harris si è concentrata sulle donne e i loro diritti.
L’Iowa era considerato uno Stato sicuro per i repubblicani, ma secondo il sondaggio Selzer condotto per il quotidiano Des Moines Register Harris è in vantaggio di tre punti rispetto a Trump. Ovvero viene data al 47% delle intenzioni di voto contro il 44% del candidato repubblicano.
La reazione di esperti e sondaggisti è stata in gran parte di choc e sorpresa. “Questo è un sondaggio sbalorditivo. Ma Ann Seltzer ha un record stellare come qualsiasi altro sondaggista nel prevedere i risultati delle elezioni nel suo stato. Le donne stanno alimentando questa ondata. Presagi per il paese?” ha detto David Axelrod, un ex assistente di Barack Obama. ”Esistono margini di errore e i sondaggi possono essere anomali e dubito che Harris vincerà in Iowa, ma Selzer è estremamente stimato e una corsa in Iowa non è impossibile, soprattutto se i dati a favore di Harris fossero reali”, ha affermato il columnista del Washington Post Philip Bump.
I sondaggi nazionali, invece, assegnano un leggero vantaggio a Kamala Harris (48,1% contro 46,7%), ma come è ormai noto questo dato è poco importante. Nel sistema statunitense, ciò che conta è arrivare ad avere almeno 270 grandi elettori. E per farlo è necessario vincere negli Stati chiave, quelli più indecisi, che possono assegnare la presidenza a uno o all’altro candidato.
Elezioni Usa 2024, la situazione per Camera e Senato
Bisogna poi ricordare che il 5 novembre non si voterà solamente per scegliere il o la presidente, ma anche per Camera e Senato. Tutti i 435 deputati della Camera sono in corsa per la rielezione, mentre tra i senatori solo 33 seggi su 100 saranno riassegnati. Oggi, alla Camera hanno una leggera maggioranza i Repubblicani (guadagnata alle elezioni di metà mandato del 2022), il Senato invece è controllato dai Democratici.
Le due camere non hanno esattamente gli stessi poteri. Tutte e due partecipano alla stesura delle leggi, ma la Camera discute le norme su bilanci, spese e entrate (spesso tra le più cruciali a livello politico), e per di più ha il potere di mettere in stato d’accusa i funzionari federali. Il Senato invece ha il compito di confermare le nomine effettuate dal governo (tranne quella a vicepresidente, che deve passare anche dalla Camera) e la ratifica dei trattati internazionali.
Partendo dalla Camera: i Democratici avrebbero bisogno di vincere solo quattro seggi in più rispetto a quelli che già controllano, su un totale di 435. Diversi distretti sono ancora contesi. Una zona critica potrebbe essere lo Stato di New York, dove nel 2022 i Repubblicani vinsero ben quattro seggi con pochissimo vantaggio (meno di cinque punti). Nel frattempo, i confini dei singoli distretti sono stati cambiati leggermente. Contando i voti con i nuovi confini, Joe Biden avrebbe vinto in ciascuno di questi distretti nel 2020.