In occasione dell’uscita al cinema del Gladiatore II di Ridley Scott (ventiquattro anni dopo l’uscita del primo capitolo firmato dallo stesso regista), è lecito interrogarsi sul recente fenomeno della produzione di sequel dopo decenni dall’uscita del loro predecessore. Jumanji, Ghostbusters, Bad Boys, Mad Max, Indiana Jones e, per ultimo, come già anticipato, Il Gladiatore. Insomma, la domanda sorge spontanea: Hollywood ha finito le idee?

Hollywood ha davvero finito le idee?

Hollywood ha finito le idee?
L’Hollywood Sign, uno dei simboli più famosi della città di Los Angeles.

Analizziamo la classifica dei film più visti al cinema in tutto il mondo durante l’anno 2024. In ordine, dal primo al decimo: Inside Out 2, Dune parte 2, Cattivissimo me 4, Godzilla e Kong – Il nuovo impero, Kung Fu Panda 4, Deadpool & Wolverine, Il Regno del pianeta delle scimmie, Bad Boys: Ride or Die, A Quiet Place: Day 1 e Twisters. Questa classifica porta alla luce due aspetti. Il primo: nove dei dieci film appena elencati sono sequel (fa eccezione Twisters che, tuttavia, è un remake dell’omonimo film del 1996). Ergo: nessuna storia originale. Il secondo aspetto: i sequel hanno successo, dominano le classifiche degli incassi. Alla luce di questo, bisogna riconsiderare la domanda iniziale. Hollywood ha effettivamente finito le idee oppure, considerato il loro successo al botteghino, preferisce coscientemente la produzione di sequel rispetto alle sceneggiature originali?

Sequel e sceneggiature originali: numeri a confronto

Secondo uno studio pubblicato sul sito stephenfollows.com, dal 2000 in poi quasi il sessanta percento dei film prodotti negli Stati Uniti deriva da sceneggiature originali. In pratica, un film su due. Ed è sorprendente che la percentuale sia la stessa rispetto al 1984, con un rendimento costante e pressoché identico fino ad oggi (eccezion fatta per un brusco calo intorno al 2009). Dunque, perché ci chiediamo se Hollywood abbia finito le idee originali? Perché, guardando ai film presenti in sala, questo dato ci appare così sorprendente?

I numeri, da soli, non bastano. Bisogna analizzarli, scomporli, sviscerarli. Non tutti i film prodotti sono uguali tra loro: costi di produzione, campagne di marketing, distribuzione nelle sale, attori o registi famosi. Tutti elementi che concorrono a determinare il successo (o l’insuccesso) di un film, definito, in ultima istanza, dall’incasso ottenuto al botteghino. E, considerando i film realizzati nell’ultimo ventennio da sceneggiature originali, questi rappresentano, tutti insieme, solo il 42,3 % del totale degli incassi. Confrontando le due annate citate poco sopra, il 1984 e il 2023, in cui il numero di film prodotti da storie originali risulta pressoché identico, risulta che nel 1984 il 73% del botteghino era costituito da sceneggiature originali, mentre nel 2023 quella cifra scende al 30%!

Dunque, molto probabilmente, non è (solo) una mancanza di idee, di storie originali. La verità è che i sequel ottengono un incasso maggiore. E, se è vero che il cinema è un industria (e Hollywood in particolar modo), si può criticare la scelta di preferire un bene piuttosto che un altro se da quel bene è più probabile che se ne ricavi un profitto maggiore? Certo, bisogna pure considerare il rovescio della medaglia: se questa tendenza non viene invertita o, quantomeno, limitata, il rischio è di ridurre la produzione di storie originali, destinargli meno fondi o limitarne la distribuzione nelle sale, con un conseguente appiattimento dell’offerta cinematografica.

Eppure, proprio nel 2023, la classifica dei film con il maggior incasso era guidata da Barbie e Oppenheimer, storie nuove e originali capaci di trascinare in sala tanta gente: ripartiamo da lì.

Sebastiano Pistritto

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