Un attacco aereo israeliano nel centro di Beirut ha ucciso domenica il portavoce capo di Hezbollah, Mohammed Afif. Israele ha colpito il palazzo degli uffici del partito arabo socialista Baath, dove si trovava il responsabile delle relazioni con i media del gruppo islamista libanese, molto in vista da quando il conflitto con Tel Aviv si è inasprito a fine settembre.

Il palazzo in cui si trovava Afif era la sede del partito Baath, l’emanazione libanese di uno dei più importanti partiti del Medio Oriente a cui appartiene, per esempio, il dittatore siriano Bashar al Assad. La morte di Afif è stata confermata tra gli altri dal leader libanese del partito, Ali Hijazi, che non si trovava nell’edificio quando è stato distrutto ma che ha postato sui social media una foto di lui e Afif con scritto: «Che Dio abbia pietà di te… Sapevi che ti saresti unito ai martiri».

Il bombardamento del palazzo ha provocato relativamente pochi morti e feriti perché in quel momento l’edificio era semivuoto.

Era dal 10 ottobre che Israele non attaccava il centro di Beirut: in quell’occasione erano state uccise 22 persone in due diversi attacchi.

Un fotografo dell’Associated press, presente sul luogo dell’attacco, ha visto quattro corpi senza vita e quattro feriti. Il ministero della Sanità libanese ha parlato di un morto e tre feriti, mentre l’agenzia di stampa ufficiale National news agency ha parlato di “grande distruzione” e di un numero imprecisato di persone “intrappolate sotto le macerie”.

La Nna ha anche detto che “uno dei residenti di un edificio vicino aveva ricevuto una telefonata di avvertimento che invitava all’evacuazione, ma non è stata presa sul serio”.

Questa uccisione mirata, l’ultima di una serie di esecuzioni di alti funzionari di Hezbollah, come l’intensificazione degli attacchi aerei su tutto il Libano, arrivano mentre i funzionari statali libanesi e quelli dell’organizzazione sciita valutano una proposta di cessate il fuoco mediata dagli Stati Uniti. La risposta è attesa per lunedì.

L’intensificazione militare israeliana avrebbe lo scopo di mettere sotto pressione i negoziatori libanesi, che hanno accusato le loro controparti israeliane di condurre i negoziati “sotto tiro”.

I funzionari libanesi hanno notato dei progressi, anche se hanno giò detto che la richiesta israeliana di un organismo di mediazione guidato dall’Occidente in Libano è un ostacolo. Secondo quanto riferito le richieste israeliane prevedono di spingere Hezbollah oltre il fiume Litani, a circa 18 miglia dal confine.

Domenica sera Israele ha poi fatto un secondo bombardamento nel centro di Beirut, nel quartiere residenziale di Mar Elias: due persone sono state uccise e 22 ferite, secondo il ministero della Salute. L’attacco ha provocato un grosso incendio che è durato a lungo nella notte mentre i pompieri faticavano a tenerlo sotto controllo. Anche questo attacco è arrivato senza avvertimenti, e non è chiaro al momento quale fosse il suo obiettivo.