La preghiera di Papa Francesco è rivolta all’attualità, alle emergenze più calde del mondo intero. Ha creato scompiglio Papa Francesco parlando della questione palestinese, come ha creato scompiglio il blitz di due femen in Piazza San Pietro nella mattina di ieri.

Duro discorso di Papa Francesco nella notte di Natale ai fedeli. Dopo aver parlato qualche giorno fa alla Curia, Papa Francesco si è rivolto ieri ai cristiani e non, al mondo intero, spaziando dall’emergenza umanitaria in Africa, la causa palestinese, al rischio di un conflitto nucleare contro la Corea del Nord.

«Invochiamo dal Signore la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perché tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due stati all’interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti».

Papa Francesco ha iniziato la celebrazione della Santa Messa di Natale con un pensiero al conflitto tra Israele e Palestina che negli ultimi giorni è tornato ad infiammare i rapporti tra i due popoli.

«Vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire per l’acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi. […] Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende».

Il pensiero di Papa Francesco si rivolge poi alla difficile situazione geo-politica dell’Africa, sottolineando in particolare le condizioni disumane che portano i popoli a partire e migrare.

«Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra.
In molti casi – continua Francesco – questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente».

Tra gli innocenti costretti a pagare per guerre, povertà e sfruttamento vi sono soprattutto i bambini indifesi di tutto il mondo ai quali Papa Francesco dedica una parte della sua preghiera. «Vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno. E in quelli a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli. Vediamo Gesù nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani».

All’alba di un possibile conflitto nucleare tra Stati uniti e Corea del Nord a Papa Francesco non sfugge nemmeno questo difficile argomento, sul quale viene richiesto uno sforzo di tutta la comunità internazionale.

Dopo il discorso di Papa Francesco, nella mattina di ieri il blitz di due femen ucraine

La 25enne ucraina è stata immediatamente fermata e denunciata

A creare scompiglio in Vaticano, oltre che il forte discorso alla Curia e quello ai fedeli, ieri mattina ci ha pensato un blitz delle femen. E’ accaduto, infatti, che una 25enne femen ucraina, dopo essersi avvicinata senza attirare l’attenzione al Presepe di Piazza San Pietro, si sia velocemente denudata il busto.
Attirata l’attenzione dei presenti e anche delle guardie, la ragazza è riuscita a scavalcare lo stesso le recinzioni che proteggono il presepe, prendendo in mano il Bambinello e urlando in inglese “God is woman”.

Subito la ragazza è stata fermata, denunciata e portata in Questura: è ora indagata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, offese a confessione religiosa, tentato furto e atti osceni in luogo pubblico. Con lei è stata denunciata anche una 22enne, sempre ucraina, a titolo di concorso nei reati di offesa a confessione religiosa e tentato furto.

Di Lorenzo Maria Lucarelli