A Roccasecca, provincia di Cassino, si sono svolti i funerali della guardia carceraria suicidatasi nel Frusinate. La figlia lo aveva accusato, in un tema scritto a scuola, di violenza sessuale. E lui si è impiccato in chiesa. Amaro l’intervento del parroco, che ha parlato dell’uomo suggerendo come sia stato “crocifisso”. Ripercorriamo la vicenda, che, purtroppo, non è ancora conclusa.

Cassino, Roccasecca, funerali, padre suicida, violenza sessuale, figlia, tema
I funerali del padre suicida a Roccasecca, Cassino photo credits: Ansa

A Roccasecca, paese in provincia di Cassino, è arrivato il momento dei funerali per il 54enne agente di polizia penitenziaria, impiccatosi alle grate della chiesa di San Tommaso d’Aquino. Una folla composta e discreta ha partecipato alla funzione funebre si è svolto nella chiesa dello Scalo. Al fragore della vicenda di cronaca, sono seguite le parole del parroco don Giandomenico Valente. Che ha definito l’uomo “crocifisso”. Parole amare le sue. E molto tristi. Ma non senza una speranza.

“È uno di quei momenti in cui si rinuncia a capire, perché certe vicende si vivono senza mai capirne il senso”

Questo uno dei passaggi dell’omelia del parroco di Santa Maria, che ha parlato davanti ai tanti cittadini presenti. Aggiungendo: “È un momento difficile per tutti”, prima di invitare a garantire sostegno alla famiglia dell’agente di custodia. Perché, ha sottolineato il sacerdote, bisogna “consolare tutti coloro che soffrono  perché l’abito da lutto sia cambiato con la forza della consolazione”.

E ci vorrà davvero tanto impegno e consolazione per superare questa storia. Come saprete, la guardia carceraria era stata accusata di violenza sessuale sulla figlia 14enne. Le parole e la confessione della ragazza erano arrivate tramite un tema scolastico, scelto ad hoc dai professori per indagare su possibili situazioni di disagio. Quelle parole, quel racconto, erano destinate alla madre. Per raccontarle qualcosa che non le era mai stato confessato. 

Una vicenda che, per la ragazza e per la sua famiglia, non finisce certo qui. Il parroco, parlando della chiesa di montagna davanti alla quale l’agente si è impiccato ha detto: “Non posso pensare che in un luogo come quello non ci sia stato un incontro e un dialogo tra due crocifissi”. La moglie, invece,  ha puntato il dito contro i media, che lo avrebbero considerato già colpevole. Ora, però, speriamo che ci si concentri soprattutto ad aiutare la ragazza e i suoi familiari.

Federica Macchia