Il 12 febbraio del 2000, Charles Schulz moriva a Santa Rosa, in California. Il brillante autore di Charlie Brown, Snoopy e i loro amici, dichiarò apertamente di non lasciar continuare ad altri la sua serie. Le sue volontà furono rispettate.
Se ciascuno di noi, parte integrante di una generazione specifica, provasse a far mente locale sull’identità dei personaggi iconici che hanno calpestato i giardini della propria infanzia, troverebbe senza sforzi aggiuntivi il buffo beagle disegnato da Charles Schulz.
Snoopy, nelle sembianze che lo hanno reso inestinguibile, è diventato per antonomasia il cagnolino d’inchiostro su carta tra i più amati della storia. Nel canonico ruolo di “fedele amico” del protagonista in carne, ossa e ansie noto a tutti come Charlie Brown, ci ha coinvolti nelle sue avventure, fatte di semplicità e quotidianità spicciola, guidate dalla sua divertente ambizione, una personalità sopra le righe e un’inesauribile creatività alimentata da un’intensa e singolare attività onirica.
Charles Schulz, arruolatosi nella seconda guerra mondiale prima e diventato insegnante dopo, si abbandona al suo estro creativo, in via del tutto ufficiale, il 2 ottobre del 1950. Le vignette dei Li’l Folks, nome originario dei Peanuts, furono pubblicate dalla United Features Syndicate. La successiva diffusione di massa sui giornali, il merchandising che ne derivò e la cessione della licenza d’uso per le immagini, garantirono al vignettista una fama atta ad un sostentamento ben più che proficuo.
Le strisce quotidiane dei Peanuts, coerenti nel proposito di essere anche uno scorcio sull’infanzia del suo creatore, hanno come protagonisti dei bambini: unici, caratteristici, coerenti nella loro individualità. Gli adulti esistono ma non si vedono mai; negli adattamenti televisivi, le rare volte in cui compaiono , sono dotati di un linguaggio incomprensibile reso tale dai tipici suoni modificati di un trombone. Un dettaglio per niente irrilevante.
L’insegnamento morale permeante le vignette di Schulz è quello di far riflettere i lettori su profonde tematiche esistenziali affrontate da bambini dotati di straordinario senso critico e di una encomiabile saggezza.
Da Charlie Brown, protagonista e alter ego del suo autore, timido, goffo, apprensivo ma provvisto di sconfinata forza di volontà, a Lucy, cinica, burbera e pungente nei suoi interventi, seguono il tenero Linus, la fortissima Piperita Patty, e altre originali figure che popolano la fittizia periferia di una cittadina statunitense. Pensieri e riflessioni profonde scandiscono le azioni di questi giovani amici che di infantile hanno poco e niente, se non la spontaneità disarmante che li guida.
Charles Schulz, irremovibile e temerario, ha disegnato da solo, senza l’ausilio di aiutanti, i suoi Peanuts per ben 50 anni. Neanche le limitazioni fisiche, causate dai seri problemi di salute che lo hanno coinvolto, lo hanno fatto desistere dal suo proposito solitario. L’ultima striscia dei Peanuts, contenente una sua lettera, fu disegnata il 3 gennaio del 2000 e pubblicata, poi, dopo la sua morte, avvenuta il mese successivo.
« “Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall’attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia “striscia” in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… non potrò mai dimenticarli…Charles Schulz” »
Le parole toccanti con le quali si racconta, nell’intento di annunciare il suo ritiro, mettono in evidenza la volontà di lasciare inalterata la genuinità dei suoi personaggi. Da quel momento nessun altro, che non fosse lui, avrebbe potuto continuare a dar vita alle sue affezionate creazioni.
Eterni i Peanuts come la fama e la bellezza di cui saranno investiti, in una dimensione senza fine, i preziosi figli di un maestro che ha fatto dell’empatia e della sensibilità, gli ingredienti imprescindibili delle sue creazioni. Grazie, Charles!
ALESSIA LIO