Il Milan dopo la sosta in campionato  a causa, con grande rammarico e tristezza, della morte del difensore della Fiorentina Davide Astori, riprende a giocare con un grande impegno,la partita di Europa League contro l’Arsenal di Wenger.

LEZIONE DI CALCIO DA PARTE DELL’ARSENAL

Il Milan partiva da favorito, grazie agli ottimi risultati nelle ultime gare, mentre l’Arsenal sta vivendo un momento difficile. Il Milan però delude fin dall’inizio e subisce il palleggio dell’Arsenal, fulcro del gioco di Wenger e dopo diverse occasioni, grazie al supporto della stella Ozil, passa in vantaggio al 15′ con il gol del recente acquisto Henrikh Mkhitaryan. I rossoneri calano mentalmente e subiscono molti attacchi dai Gunners, che galvanizzati, grazie all’assist perfetto del solito Ozil, raddoppiano con il gol del Gallese Ramsey al 49′, dopo una traversa colpita da Mkhitaryan pochi minuti prima. Nel secondo tempo l’Arsenal cerca di addormentare la partita, ma il Milan non sfrutta il campo lasciato dagli inglesi: passaggi sbagliati, poca concentrazione  e idee di gioco poco concrete. Gli ingressi di Kalinic e Andrè Silva non sono serviti per riuscire a rimontare la partita. Gli ultimi minuti il MIlan ci prova senza risultati: sconfitta per 0-2 per la squadra di Milano, al ritorno sarà dura. 

Henrikh Mkhitaryan, calciatore Armeno dell’Arsenal
Photo Credits:
standard.co.uk

UNA SCONFITTA CHE FA CAPIRE MOLTO

 

Questa sconfitta fa capire al Milan di non avere l’esperienza giusta per affrontare gara di questa caratura: pochissimi giocatori hanno esperienza europea e le pressioni a questo livello hanno fatto la differenza. Un esempio è il giovane Kessiè, tra i peggiori, ma anche Calabria che ha grandi colpe sul primo gol degli inglesi. Non è stato un Milan convincente, nessuno oggi si può salvare, neanche Gattuso. Adesso però bisogna ripartire da questa sconfitta, non dimenticare quel di buono che si è fatto e proseguire la stagione con calma e concentrazione. All’Emirates la rimonta è quasi impossibile, ma i rossoneri devono provarci a tutti i costi.

 

 

GIOVANNI LORENZANO