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Tratto dal libro di Caleb CarrL’alienista è una serie di dieci puntate prodotta e distribuita dalla piattaforma di streaming Netflix

L’alienista era, nel 1800, quello che oggi definiamo uno psicologo criminale. Uno studioso che era convinto che le persone affette da disturbi mentali siano in realtà alienate dalla loro natura.

Nel 1896 la città di New York è vittima di brutali omicidi di ragazzi prostituti che sconvolge le fasce socialmente più misere, gli immigrati, i cittadini anonimi che venivano sfruttati per contribuire al miracolo tecnico e tecnologico della grande mela.

Laszlo Kreizler è un’alienista che, insieme al suo amico illustratore Jhon Moore, tenterà di risolvere questi casi con metodi poco ortodossi. In loro aiuto ci sarà Sarah Howard, la segretaria del capitano Roosvelt nonchè prima donna del dipartimento di polizia.

I tre si ritroveranno ad avere a che fare con gangster e poliziotti corrotti, cercando di entrare nella mente del serial killer e creare un profilo psicologico di un assassino basandosi sui dettagli dei suoi delitti.

Daniel Bruhel interpreta Laszlo Kreizler (photo credits: dal web)

Daniel Bruhel parlando del suo personaggio afferma: “L’alienista prende sul serio il suo rapporto con i pazienti, e anche con le vittime del serial killer, è un personaggio molto enigmatico e difficile da leggere. All’epoca la società era ancora vittoriana e rigida, anche Laszlo stesso lo è, pur essendo uno dei pensatori più moderni e progressisti. Amo le scene in cui viene interrogato e appare chiaro che non è così liberale come pensa. Poi all’epoca gli psicologi non facevano terapia introspettiva, come giustamente oggi accade per tutti gli psicologi, per digerire e gestire la pressione legata a un lavoro così duro. È sempre arrogante e abile nell’analizzare tutti quelli che ha intorno, ma quando si tratta di se stesso diventa presto aggressivo e spaventato, specialmente quando Sarah dimostra brillanti capacità di analisi psicologiche. È il suo campo e crede di avere sempre ragione, ma arriva questa donna, e alla fine deve ammettere che ha ragione, almeno qualche volta.”

Dakota Fanning interpreta Sarah Howard

Dakota Fanning ha dichiarato invece che: “Nella New York del 1896 c’erano molti giovanissimi prostituti vestiti da donne, la serie esplora il lato più oscuro della città, racconta dell’assenza di leggi a tutela dei lavoratori, e un elemento senz’altro raccapricciante è che le vittime del serial killer siano poco più che bambini. Nella mia carriera sono stata fortunata a lavorare con persone che mi hanno rispettato e supportato, non ho mai avuto esperienze negative sul set, è l’onesta verità. Poi certamente ci sono persone che non ho molto amato o che hanno abusato con me del loro potere, ma posso identificarmi in Sarah per la sua lotta di prima donna nel dipartimento di polizia di New York.”

Luke Evans interpreta Jhon Moore (photo credits: dal web)

Luke Evans parlando della serie afferma: “è un ritratto viscerale del passato di New York che rimanda al romanzo originale di Caleb Carr, che è molto esplicito. Sembra impossibile che succedessero cose del genere, così come che la corruzione fosse all’ordine del giorno, o il trattamento bestiale degli immigrati e lo sfruttamento dei lavoratori più umili. È una storia di finzione, ma è unica nel ritrarre un fatto di cronaca nel Lower East Side che potrebbe essere realmente accaduto. Questi ragazzi non apparivano in nessun registro, nessuno sapeva della loro esistenza, semplicemente sparivano. Se morivano venivano messi in fosse comune con altri morti chissà per quale altra causa: malattie, fame, povertà.”

La serie è stata interamente girata a Budapest per sei mesi e il set è stato ricostruito nei minimi dettagli per rendere la cosa ancora più realistica.

La serie sta avendo un enorme successo a livello mondiale ed è disponibile da subito su Netflix.

 

Antonio Guercio