A Bigger Splash è un film diretto da Luca Guadagnino nel 2015 e presentato presso la 72° Edizione del festival di Venezia. Tra gli interpreti, l’attrice protagonista Tilda Swinton, Dakota Johnson, Ralph Fiennes e Mattias Schoenaerts, inoltre Corrado Guzzanti. Il film è una rivisitazione de La Piscina film diretto nel 1969 da Jacques Deray. A Bigger Splash al momento dell’uscita, ha diviso letteralmente pubblico e critica, sono pochi coloro che hanno apprezzato questa prova registica.
A Bigger Splash: partiamo dalla storia
Siamo a Pantelleria, Tilda Swinton è una rockstar con qualche problema alla voce, un problema serio che la costringe a non parlare mai. Marianna Lane ha un passato veramente eccitante alle spalle condiviso con l’ex compagno Harry (interpretato da Ralph Fiennes). La rock star è in vacanza, una sorta di ritiro spirituale ed erotico con quello che è il suo nuovo amore, Paul. Marianna e Paul passano giornate silenziose e indimenticabili, nella loro piscina, e tra un escursione paradisiaca e l’altra.
Sono immersi in un paesaggio che ci cattura immediatamente grazie alle riprese stilistiche. Una chiamata telefonica, un ombra che passa sopra di loro, mentre Marianne legge un libro intitolato A Death in The family di James Agee, sconvolge la loro tranquillità. Arriva Harry per l’appunto, in arrivo presso la loro casa insieme alla figlia Penelope, di cui nessuno sa nulla. L’arrivo dell’ex è un vero e proprio sconvolgimento per i due fidanzatini; Harry è come una mina impazzita che crea contrasti e tensioni, esasperate dalle diverse bugie che anche la figlia Penelope rifila a tutti.
A Biggger Splash: quel tuffo di troppo
Dall’arrivo di Harry, personaggio ben scritto, grazie al contributo per la scrittura del soggetto di Alian Page e alla sceneggiatura di David Kajganich, siamo catapultati dalla tranquillità esotica dell’isola, ad un eclettismo forsennato. Harry non vuole perdere Marianne e ricordarle quanto insieme siano una coppia stellare, sembra essere il suo obiettivo, sin dal primo abbraccio e bacio affettuoso che i due si scambiano nella cucina.
Paul è insofferente ma allo stesso tempo permette un amore libero nei limiti dei suoi valori. Penelope è silenziosa e ambigua, i suoi sguardi ci destabilizzano e destabilizzano soprattutto Marianna che sembra legata indissolubilmente alla ragazza senza nessun vero motivo. Tutti gli intrighi e i tradimenti a cui assistiamo legano il gruppo apparentemente cosi affiatato a quella piscina e tra dischi dei Rolling Stone, viaggi nel passato di Marianne, tuffi in nudo e escursioni galeotte, lo spettatore viene sedotto e lentamente lasciato andare di fronte ad una serie di inspiegabili situazioni che disorientano per lo più.
Perchè vedere A Bigger Splash? perchè siamo tutti un po’ osceni
A Bigger Splash ha attratto diverse critiche che hanno accusato il regista di aver osato fin troppo, o per meglio dire di aver tirato la corda, tesa tra uno stile estetico appariscente e poco credibile. Un tema scottante come quello dei profughi di Lampedusa appare come un arrampicata superba e che si allontana dalla vera storia. Sembrerebbe un minestrone di generi e di immagini che avevano voglia di emergere in un solo film.
A Bigger Splash tuttavia intrattiene fino alla fine creando soprattutto una tensione nella seconda parte della sceneggiatura. La regia è sempre all’altezza delle aspettative, per non parlare della luce che coinvolge i nostri occhi. Luce e colori ci concedono una breve pausa dalla nostra quotidianità per catapultarci con primissimi piani e lunghi piani sequenza tra il popolo di Pantelleria, le rocce e quel mare, la ricotta fatta in casa, la festa del paese degli isolani e quell’abbronzatura ambrata.
Un finale pretenzioso
Il colpo di scena che riesce nel tentativo di Luca Guadagnino di farci capire come tutto da un momento all’altro si possa trasformare in un pericolo, in morte, in negatività è dato dalla morte di uno dei personaggi protagonisti. Il silenzio perenne di Tilda Swinton comunica più di quello che viene filmato dallo sguardo della macchina da presa. Harry è la vera rock star, o forse l’unica vera vittima?
Paul è cosi buono e pragmatico come sembra?. Penelope è una bugiarda? forse ma avrà i suoi buoni motivi per fingere quello che non è. La piscina è la metafora dei rapporti stretti, il tuffo, è la spinta dei sentimenti incontrollabili e nell’arco di quasi due ore Luca Guadagnino ci dirige verso la vera risposta a tutti quei perchè che emergono scena dopo scena. Ognuno troverà la sua risposta.
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Silvia Pompi